Il Consorzio, ente fondato nel 1962, conta 116 soci produttori vinificatori, sette cantine cooperative e cinque imbottigliatori, ed è responsabile di tutte le denominazioni d’origine romagnole alle quali si è aggiunta quella riminese: Albana Docg, Sangiovese Doc, Albana Spumante Doc, Trebbiano Doc, Pagadebit Doc, Cagnina Doc, Colli d’Imola Doc, Colli di Faenza Doc, Colli Romagna Centrale Doc, oltre alle indicazioni Igt Rubicone, Sillaro, Ravenna e Forlì.
“Queste novità e questi ci danno ancora più slancio per spingere, assieme a tutti i produttori romagnoli, i nostri vini sia a livello nazionale che sui mercati esteri – commenta Giordano Zinzani, presidente del Consorzio vini di Romagna – occorre però aumentare l’apprezzamento al consumo del prodotto certificato Romagna. Va quindi studiato e compreso bene come muoversi sul fronte della qualità percepita, delle tipologie che centrino il target dei consumi e quello della comunicazione di un nostro messaggio distintivo”.
"Per noi è sicuramente un punto importante la gestione della Doc Colli di Rimini - continua Zinzani - Era l'unico territorio ancora non seguito e dove non c'era un consorzio di tutela presente. In questo modo possiamo seguire la promozione e il marketing di tutto il territorio, da Castel San Pietro fino a Pesaro".
"Siamo molto soddisfatti per la vendemmia che si sta per chiudere - conclude - Si prevede alla fine un leggero incremento produttivo, ma l'aspetto più importante è la grande qualità delle uve, in particolare con un Sangiovese davvero ottimo".