Cresce l’export e crescono le quote di mercato nei principali tre paesi di riferimento, ovvero in Regno Unito, +48,51% e una quota di mercato che tocca il 35,13%, seguito da Stati Uniti, +22,64% e una quota del 17,38% e dalla Germania, con +0,84% e una quota export pari a 16,73%. Il dato positivo sull’export è che l’aumento riguarda sia il valore che la quantità, rispettivamente del 24,5% e del 23%. Per quanto riguarda il dato del mercato interno, i consumi non accennano neppure qui a diminuire. 106 milioni di bottiglie, concentrate in particolare al nord (65%), seguito dal centro (20%) e dal sud (15%). Il giro d’affari totale nel 2015 si attesta a 1,7 miliardi di euro.
Arrivano notizie molto positive anche dall'export dei nuovi mercati, che potrebbero in futuro consolidarsi e accrescere sempre di più il proprio import di Prosecco. Oltre alla Francia (+51,88%), cresce l'import dalla Nuova Zelanda (+61,87%), dalla Repubblica Dominicana (+148,9%) e dal Vietnam (+148,63%). Sorprese molto positive anche da Emirati Arabi, Nigeria e SudAfrica. Arrancano invece la Russia (-16,46%), la Cina (-15,48%) e il Brasile (-36,5%), complice in particolare la forte svalutazione delle monete locali o l'aumento dei dazi doganali.
“Vogliamo dare al consumatore la massima garanzia – sottolinea Luca Giavi, direttore del Consorzio del Prosecco Doc – prova ne sia l’adozione del Contrassegno di Stato che non eravamo obbligati a utilizzare, ma che abbiamo voluto applicare per tutelare il consumatore su origine e qualità, aiutandolo ad orientarsi nella scelta”. “Il Consorzio del Prosecco Doc sta sempre più spingendo nella direzione della sostenibilità – precisa il presidente Stefano Zanette – si profilano per il futuro nuove progettualità su questo fronte, dopo la presentazione del nuovo Vademecum Viticolo, iniziativa che portiamo avanti con il Consorzio Vini Venezia”.
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Fonte: Consorzio di Tutela del Prosecco Doc
Autore: Lorenzo Pelliconi