La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Cristiano Shaurli, ha stabilito lo sblocco, con effetto immediato, della misura della riserva vendemmiale per le uve e il vino destinato alla produzione delle denominazioni di origine Prosecco, ottenuto dalla vendemmia 2015.

Il provvedimento, adottato su richiesta del Consorzio di tutela del Prosecco e d’intesa con la regione Veneto, tiene conto del fatto che le Regioni, in annate particolarmente favorevoli, possano aumentare annualmente, fino a un massimo del 20%, le rese massime di uva e di vino stabilite nei disciplinari di produzione delle relative denominazioni. Lo possono fare, su proposta dei consorzi di denominazione d’origine, dopo aver sentito le organizzazioni professionali di categoria, destinando poi tali esuberi a riserva vendemmiale, per far fronte, nella annate successive, a carenze di produzione.

Si potrà poi sbloccare la riserva con un provvedimento regionale, per soddisfare esigenze di mercato. Relativamente alla vendemmia 2015, secondo i dati di Veneto e Friuli, il prodotto Prosecco certificabile ammonta a circa 2.950.000 ettolitri, mentre la riserva vendemmiale è di 450mila ettolitri. Il Consorzio di tutela, nella sua richiesta di sbloccare la riserva vendemmiale, consentendo ai produttori di immettere anche questo quantitativo di Prosecco sul mercato, tiene conto del fatto che nel 2015 sono stati imbottigliati circa 900mila ettolitri di prodotto nella medesima campagna vendemmiale.

Si è dunque resa necessaria la disponibilità di ulteriore prodotto Doc Prosecco, certificabile, che si possa sovrapporre a cavallo tra le due campagne vendemmiali, ovvero un periodo di 2/3 mesi, al fine di fare fronte alle esigenze aziendali delle realtà che fanno riferimento a tale consorzio, ovvero all’accresciuta richiesta di mercato.