Le Ferrovie vogliono riportare l’ortofrutta sul treno. Dietro c’è il Governo che, con il ministero delle Infrastrutture, preme per togliere traffico dalle autostrade intasate dai tir.

L’operazione parte dal nordovest e vede in prima fila, con un ruolo di proposta e di coordinamento, il commissario straordinario per la Tav, Paolo Foietta. Si tratta di collegare i porti liguri con le piattaforme logistiche piemontesi attraverso un sistema ferroviario più efficiente, sia nelle infrastrutture, che nella gestione del traffico.
In particolare, Foietta, è al lavoro per avviare il trasporto ferroviario di ortofrutta dai porti di Genova e di Vado Ligure (Sv), quest’ultimo passato sotto la gestione internazionale di Apm-Maersk, e la piattaforma di Orbassano, nella zona est di Torino, a poche centinaia di metri dal Centro agroalimentare Caat. Il commissario ha trovato l’interesse degli operatori del Caat, a partire da Apgo, l’Associazione piemontese dei grossisti di ortofrutta e dal suo presidente Ottavio Guala, e dei principali importatori che già lavorano con i porti liguri e in particolare con Vado, a partire da Luca Battaglio.

Non si tratta pertanto del solito disegno teorico, ma di un’operazione che dovrebbe andare in porto in tempi brevi, con le Ferrovie impegnate a garantire tempi e costi non penalizzati rispetto alla gomma. Su questo Foietta è al lavoro ed il Governo potrebbe offrire incentivi a chi sceglie la ferrovia.

Prima di Natale è arrivato a Orbassano, da Savona-Vado, il primo “treno della frutta”, dimostrando che la cosa si può fare. Alla Regione Piemonte e alla Rete ferroviaria italiana (Rfi), sono al lavoro per rendere il servizio bi-settimanale.
Però, per far partire in pieno il progetto, rendendo compatibile la linea ferroviaria tra Alessandria e Torino al passaggio dei container navali, servono investimenti da parte di Rfi per circa trenta milioni di euro e interventi che richiedono dai dodici ai diciotto mesi per essere completati. Questi stessi lavori permetteranno alla rete ferroviaria piemontese e a Torino-Orbassano in particolare, di collegarsi con il corridoio Reno-Alpino che ha i suoi terminali a Rotterdam e a Genova.
A fine gennaio, in una riunione a Torino, Rfi ha presentato lo studio di fattibilità; qualche giorno dopo, nello studio di Foietta, si è svolta una riunione dedicata al trasporto ferroviario dell’ortofrutta che il commissario reputa un punto qualificante di un piano più generale, in attesa dei grandi interventi strutturali sulla Lione-Torino che aspettano da sedici anni.

“Il nostro sistema economico è colonizzato da merci che arrivano da Rotterdam - afferma Paolo Foietta - e stiamo assistendo all’assurdo dell’80% delle merci in entrata nel Mediterraneo da Suez, che invece di sbarcare in Italia, proseguono via Gibilterra fino al nord Europa per poi ridiscendere a sud via camion. E’ vero che olandesi e tedeschi si sono trovati nelle condizioni di investire in una logistica moderna, ma per noi è venuto il momento di recuperare partendo da una ristrutturazione della portualità e della retro-portualità, per agganciare l’evoluzione dello shipping, con navi da 14mila teu, che rendono il trasporto navale sempre più conveniente e certamente rilanciando il trasposto merci per ferrovia”.

“Venendo all’ortofrutta e alle misure più immediate - precisa il commissario - la connessione tra porto di Savona e Vado da una parte e Orbassano e Caat dall’altra, è particolarmente interessante perché delle 500mila tonnellate di ortofrutta gestite dal Mercato di Torino, un buon 30% provengono già proprio da Vado che, non possiamo dimenticare, è il principale terminale mediterraneo per l’ortofrutta grazie anche ai suoi fondali naturali che permettono l’attracco alle grandi navi. La gestione Apm promette importanti sviluppi a Vado. Quello che noi possiamo fare in tempi brevi, è migliorare la linea, costruire le poche centinaia di metri di binario tra Orbassano e Caat e realizzare un corridoio logistico doganale con il coordinamento dei controlli doganali. In collaborazione con la Regione Piemonte abbiamo avviato, dallo scorso settembre, un tavolo con gli stessi operatori del Caat per favorire questo percorso ed affermare che l’utilizzo della modalità ferroviaria è tornato possibile e conveniente anche per loro. E mi pare che siamo sulla buona strada.