Un'area di 300 metri quadri organizzata con desk frontali. Un allestimento semplice ed essenziale che pone il massimo risalto ai vignaioli e ai loro prodotti, senza sprecare spazio e risorse in allestimenti e arredi. Esattamente com'è nello spirito Fivi. Oltre alle 53 aziende, di tutte le regioni italiane, sarà presente un banco informativo dell'associazione, uno spazio gestito dall'associazione indipendente dei Vignaioli del Trentino e uno della delegazione Fivi del Friuli Venezia Giulia. Molte altre aziende associate saranno comunque presenti in fiera con il proprio stand espositivo indipendente, nelle posizioni consuete.
Fivi festeggia in questo modo il nuovo tetto appena superato di 900 soci. “Siamo orgogliosi – dichiara la presidente Matilde Poggi – di continuare a ricevere nuove adesioni, segno che viene riconosciuto il nostro ruolo aggregativo e costruttivo. Credo che Fivi lo abbia ben dimostrato lo scorso dicembre arrivando ad una soluzione con il ministero delle Politiche agricole frutto di un dialogo costruttivo e franco con le istituzioni”.
Grazie anche all'interessamento della Fivi infatti è stata scongiurata l'applicazione di un regolamento comunitario che vietava di menzionare - in etichetta, ma anche su brochure e siti internet - regione o provincia di produzione. Una norma che sarebbe andata a vantaggio delle grandi lobby del vino e contro la trasparenza. “Un risultato importante – commenta Poggi – ma i fronti aperti per i vignaioli sono ancora molti, dai costi insostenibili per la burocrazia alla creazione di un ufficio approvazione etichette".
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