In una nota della Federazione si legge che l’intero comparto a livello di filiera allargata ha raggiunto un valore complessivo di 50 miliardi di euro, con oltre 340mila imprese coinvolte per 1,2 milioni di occupati, ma la sfida si gioca sui mercati esteri dal momento che in Italia la domanda e la produzione sono costantemente in contrazione. La minore produzione della campagna 2012, che ha raggiunto i 39,3 milioni di hl, ha influito sul mercato dei prezzi che si è dovuto confrontare con la flessione della domanda interna e con una lieve riduzione della domanda estera, in termini di volume.
Nel 2012 i prezzi medi all’origine e i prezzi medi alla produzione hanno registrato tendenze al rialzo. In linea generale, nell’ultimo trimestre 2012, i prezzi alla produzione dei vini comuni sono cresciuti del 23%, mentre i vini a denominazione del 9%. I prezzi al consumo hanno registrato un lieve incremento: per gli spumanti la variazione si è mantenuta entro l’1%, mentre per i vini si è assestata sul 5%.
Una voce essenziale dell’andamento dell’intero comportato è stata una volta ancora l’export, con una quota nel periodo di riferimento gennaio-dicembre 2012 che ha raggiunto, in valore, 4 miliardi 800 milioni di euro (+6,6% sullo stesso periodo 2011).
Il comparto più brillante è stato quello degli spumanti, che ha toccato nel periodo quota 601 milioni, con un +11,98%. Debole il trend dei vini bianchi Dop (< 15°), che ha toccato quota 434 milioni, con un +0,51%. Tonico quello dei Dop rossi e rosati (<15°), che ha raggiunto quota 1.337 milioni, con un +6,8%. Sul fronte Igp la tendenza è stata opposta. I bianchi (<15°) hanno raggiunto quota 572 milioni (+11,2%), mentre i rossi e rosati (<15°) hanno toccato quota 703 milioni, con un trend inferiore (+3,4%). Interessante anche il trend dei vini aromatizzati, con una quota nel periodo di 172 milioni (+11,5%).
In termini quantitativi, l’export di vini nel periodo ha toccato complessivamente quota 23.700 mila ettolitri, con un calo del -8,2% sullo stesso periodo 2011.
“Per il futuro il nostro sforzo deve privilegiare, per ragioni diverse, il mercato cinese (nel 2011 a quota 67 milioni di euro di import italiano) e quello del Brasile: occorrono interventi e politiche molto mirate” ha sottolineato Gancia. Con riferimento al mercato cinese, il presidente afferma: "Un aspetto che desta preoccupazione riguarda i limiti di metanolo applicati e che non sono in linea con quelli previsti dalla normativa europea in quanto il limite cinese applicato alle bevande spiritose è inferiore a 2,0 g/l, mentre in Europa il tenore massimo di metanolo è pari a 10 g/l di alcol a 100% vol. per la Grappa ed è proprio questo prodotto a risentirne maggiormente”.
In dettaglio nel 2012 in termini quantitativi le esportazioni complessive di prodotti italiani hanno interessato prevalentemente il mercato tedesco (6,3 milioni di hl), quello Usa (3 milioni di hl), quello Canadese (738 mila hl), il Giappone (447 mila hl, nonostante il difficile periodo post terremoto) e la Cina (326 mila hl).
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Fonte: Federvini