Marty McFly nella trilogia di Ritorno al futuro, usava una DeLorean DMC-12 alimentata a plutonio con cui, alla velocità di 88 miglia orarie, si spostava sulla linea del tempo zigzagando tra presente passato e futuro. Per noi, giusto per fare un po' di chiarezza negli avvenimenti, sarà sufficiente un piccolo balzo all'indietro. Proviamo quindi a concentrarci per attivare i neuroni della memoria e proiettarci nel 2008 quando, con la riforma dell'Ocm Ortofrutta, sono cambiate le modalità di sostegno al settore del pomodoro da industria.

Primo elemento del viaggio all'indietro è il Decreto ministeriale 1540 del 2007, con cui i 183,9 milioni di euro del plafond nazionale (per il periodo 2008/2010) sono stati equamente ripartiti tra pagamenti disaccoppiati e accoppiati per divenire nel 2011 accoppiati al 100 per cento.
Nell'intervallo di tempo caratterizzato dalle due modalità di pagamento, i beneficiari della quota parte disaccoppiata (destinata a confluire nel Pua - Pagamento unico aziendale), sono stati i coltivatori storici di pomodoro da trasformazione, per i quali l'aiuto è stato calcolato sulla base della media della produzione ammessa a premio nel periodo di riferimento 2004-2006, indipendentemente dalle scelte colturali fatte in seguito. La porzione accoppiata dell'aiuto, al contrario, è stata destinata ai produttori di pomodoro da industria produttivi nel periodo 2008-2010 purché soci di una OP e intestatari di un contratto di conferimento con un trasformatore. L'importo indicativo fissato per il 2008 è stato di 1.300,00 euro ettaro.

Manca solo un tassello per completare il quadro: è in vigore dal 2008 un Accordo interprofessionale nazionale a valenza triennale (fino al 2010) che ha fissato, per la campagna 2008, un obiettivo produttivo di 4,6 milioni di tonnellate con un investimento complessivo, stimato dalla parte agricola, in 60-65 mila ettari. Tale obiettivo viene rivisto per ciascuna campagna in funzione dell'andamento del mercato e accompagna per mano il comparto alla soglia del 2011, ovvero anno di entrata in vigore dell'aiuto disaccoppiato totale.
Prima di entrare nel vivo della campagna 2010, occorre aggiungere ancora qualche particolare.
Va infatti ricordato che nell'estate 2009, in una proposta fatta dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali alla Conferenza Stato-Regioni, il ministro Luca Zaia avanzava la richiesta di abbreviare di un anno il periodo transitorio di accoppiamento parziale degli aiuti comunitari al pomodoro da industria, giungendo già nel 2010 ad un regime di totale disaccoppiamento. Tale proposta ha però raccolto, il 29 luglio dello stesso anno, il parere negativo della Conferenza.

Bene, raccolti un po' di elementi dal passato, con un po' di Plutonio e una sistemata alle coordinate di viaggio della DeLorean, torniamo ai giorni nostri, nel 2010.

Gli aiuti accoppiati per il 2008 sono stati di 1.410,00 euro ettaro in quanto gli ettari richiesti (65 mila circa) sono stati inferiori alle stime, mentre la produzione effettiva è stata di poco superiore alle previsioni (49 milioni di quintali contro i 46 stimati). Per il 2009, i conteggi definitivi non arriveranno prima di giugno, ma il valore indicativo fissato a 1.100,00 euro ettaro non dovrebbe discostarsi troppo dalla realtà visti gli 85,9 mila ettari oggetto di contratti.

Veniamo ora alla campagna 2010, l'ultima prima del disaccoppiamento totale per il pomodoro da industria. Il decreto dello scorso 12 febbraio ha fissato l'aiuto indicativo per ettaro a quota 1000,00 euro, un valore più basso della precedente campagna 'ritenuto necessario, sulla base delle risultanze del regime transitorio per il pomodoro da industria nel 2009 al fine di ripristinare i giusti equilibri della filiera interessata' (www.politicheagricole.it - Decreto 1834 12.02.2010).
Anche per la campagna 2010 il diritto all'aiuto passa attraverso un contratto concluso entro il mese di febbraio 2010 dall'agricoltore tramite una Op con un primo trasformatore, nel quale vengono definite le quantità da conferire e, la domanda di aiuto dovrà essere presentata entro il 15 maggio nell'ambito della domanda unica Pac.

Il Comitato interprofessionale pomodoro da industria, ha poi confermato per la terza annualità l’Intesa di filiera nazionale, fissando un tetto massimo di 68-70 mila ettari per le superfici e 46-48 milioni di quintali per le quantità di prodotto consegnato, in considerazione degli aumenti registrati lo scorso anno sia in termini di superfici investite che di materia prima contrattata e consegnata. “Una buona programmazione della campagna” afferma il Comitato, “resta la condizione indispensabile per il mantenimento dell'ossatura del sistema alla luce dell'entrata in vigore del regime disaccoppiato nel 2011”.

Per quanto riguarda infine l'aspetto contrattuale, l'accordo al Nord, chiuso in anticipo rispetto ai tempi previsti, ha riconfermato le condizioni sancite per il 2009, partendo però da un prezzo indicativo di 70 euro a tonnellata, in calo rispetto alle campagne precedenti (79,5 euro tonnellata).

Questo prezzo, secondo la Cia, rappresenta un punto di equilibrio legato alle basse quotazioni di mercato dei derivati del pomodoro, imputabile sia alle massicce importazioni di semilavorati dai Paesi terzi, che alla grande quantità di prodotto stoccato. Il giudizio della Confederazione italiana agricoltori è positivo nonostante i bassi livelli remunerativi per i produttori, in quanto consentirebbe di mantenere l'equilibrio tra industria e produzione anche per il futuro. La campagna 2009 ha infatti visto un superamento importante dei 46 milioni di quintali auspicati dall'interprofessione (il dato reale è pari a ca. 57 milioni); una produzione così importante rischia di destabilizzare l'equilibrio domanda-offerta, da qui la ragione per cui le associazioni hanno visto di buon occhio l'accordo Nord nel quale sono previste riduzioni del 10 per cento rispetto a quanto coltivato nel 2009.

L'accordo per il Centro-Sud raggiunto solo la scorsa settimana, ha sancito come importo congruo per il pomodoro tondo un valore non inferiore a 70 euro tonnellata e 80 per quello allungato. L'entità della materia prima consegnata, infine, non dovrà superare, in volume, quella consegnata per la campagna 2009.

“Se si guarda all'anno passato” afferma Costantino Vaia, presidente Amitom – Associazione mediterranea delle industrie di trasformazione del pomodoro, “si può dire che il mercato abbia preso atto della riforma dell'Ocm. Per il futuro”, prosegue “non credo potranno verificarsi cambiamenti radicali a meno di una variazione significativa delle superfici coltivate”.

Qualche perplessità in più dalle associazioni secondo cui, la responsabilità dei volumi importati da gennaio a novembre 2009 (oltre 148 milioni di chili di concentrato di pomodoro triplo) rimane della parte industriale. Secondo Coldiretti, alla luce dell'importazione massiccia di semilavorati, è necessario valutare il senso di un accordo in cui alla parte agricola si chiede di ridurre gli investimenti, una parte delle industrie si impegna a ridurre la trasformazione, ma altri proseguono nell'importare semilavorati in quantità.