Si è tenuto il 16 settembre il 2° Sommet vitivinicole di Mayence (Magonza in italiano), a cui hanno partecipato numerosi rappresentati politici e professionali delle regioni viticole europee (la maggior parte membri attivi dell'Arev), deputati europei, universitari e viticoltori.
Oggetti principe dei dibattiti è stata la messa in opera della riforma dell'Ocm vino e delle conseguenze a breve e medio termine che essa causerà ad aziende, coltivatori e regioni. I partecipanti hanno convenuto all'unanimità che, se alcune misure sono da salutare con favore, come le dotazioni finanziarie nazionali che permettono una gestione più flessibile della filiera o la promozione sui mercati esteri, in generale le condizioni delle aziende non sono migliorati. Malgrado le importanti misure in questi senso, l'equilibrio del mercato non è stato ancora raggiunto: in queste condizioni, il punto più controverso della riforma, la liberalizzazione totale dei diritti di impianto a partire dal 2015, non potrà far altro che aggravare la situazione.
In questo contesto, la notizia che la Commissione europea progetta di ridurre di circa 200 milioni di euro il budget del settore viticolo ha suscitato sorpresa e indignazione, soprattutto di fronte alla precedente assicurazione di mantenere invariato il budget concesso rispetto agli anni precedenti.
Durante il Sommet ha preso forma la convinzione che almeno l'attuale regime di diritti di impianto deve essere mantenuto così com'è in Europa. Su questo punto, il forum di Magonza ha confrontato le analisi e le proposte fatte negli anni scorsi dall'Assemblea delle regioni viticole europee in materia di riforme del settore per preservare la vitivinicoltura europea dalle derive industriali e dalle loro conseguenze negative in termini socio-economiche, ambientali e paesaggistici.
Cogliendo come occasione la tappa intermedia del 2012, le regioni viticole si mobilitano dunque per ammendare in profondità la riforma imposta dalla Commissione europea senza tenere in alcun conto il parere delle regioni stesse. A questo titolo, l'Arev si propone per coordinare tutte le proposte di 'riforma della riforma'.
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