Ogni inverno è così: l’estate appare sempre molto lontana. Invece, in men che non si dica arriverà il sole agostano e sotto gli occhi di milioni di vacanzieri infinite varietà di pesche matureranno sugli alberi. In quelle settimane parrà quasi che gli stessi colori dell’estate si siano addensati nei frutti, conferendo loro tonalità solari. Con i suoi profumi, i suoi colori e la sua esuberanza estiva, la peschicoltura s’impone infatti come uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura italiana. E appunto come un fiore appare delicata: la difesa e la cura delle drupacee è fin dall’inizio una delle più difficili e complesse. Questo perché all’agricoltore di oggi non basta più raccogliere frutta abbondante e sana in campo, bensì ne deve assicurare anche la conservabilità lungo la catena di trasporto della filiera, fino al portafrutta del consumatore. Inoltre, a differenza di un diserbo, che richiede precisione di mira ma si esaurisce con una o al massimo due applicazioni, la difesa fitopatologia del pesco copre un lasso temporale di almeno sei mesi. Non può quindi essere affrontata solo con la logica della precisione nei singoli interventi, bensì richiede un programma accuratamente pianificato per sequenze di prodotti e obiettivi desiderati. Oltre alla salubrità e all’abbondanza dei raccolti si deve pensare anche al profilo residuale e alle strategie antiresistenza. Con un occhio anche alla shelf-Life delle pesche nella fase di frigo conservazione.
Tra le società leader in frutticoltura Basf si propone alla campagna 2010 con importanti novità. Ce lo svela Gian Luca Tabanelli, direttore marketing di Basf Agro.

Dottor Tabanelli, non è da ieri che Delan, Contest, Rak 5 e Rak 5+6 (i diffusori Basf per la confusione sessuale) vengono impiegati nei pescheti. Come pure ben si conoscono le capacità in campo di Signum, giunto ormai alla sua terza campagna di commercializzazione. In sintesi, cosa propone Basf di veramente nuovo alla stagione che si sta aprendo?

Di veramente nuovo Basf porta una nuova attenzione ai bisogni di tutta la filiera peschicola. Infatti, la nuova soluzione di difesa dalla monilia, rappresentata da Signum e Cantus, non è solo rivolta agli agricoltori e ai tecnici ma anche a chi le pesche le vende. A Signum, a base di F500 e boscalid, da quest’anno è stato affiancato Cantus, anch’esso a base di boscalid, il quale viene impiegato con successo da due anni su pero e da tre su vite e kiwi, coltura sulla quale Cantus è utilizzato in post raccolta. Questa scelta è stata fatta per cercare di incontrate le nuove esigenze di qualità del mondo peschicolo italiano a cui siamo convinti servano strumenti nuovi per risolvere problemi non solo in campo ma anche in magazzino

Facendo l’avvocato del diavolo, a questo punto mi chiedo: di fungicidi sufficientemente efficaci sul mercato ce ne sono molti. In cosa Cantus si differenzia da un convenzionale triazolo o dalle comunque già note strobilurine?

Un moderno fungicida specialistico deve avere alcuni pre-requisiti di efficacia e relativo costo per ettaro, tali da soddisfare le esigenze di chi ricetta il prodotto, di chi lo commercializza e di chi lo applica. Come dicevo, la vera differenza non solo di Cantus ma dell’intera linea antimonilica, è rappresentata da ulteriori benefici che si ottengono nella conservazione dei frutti, offrendo a chi le pesche le vende un prodotto con maggiore shelf-life, che tradotto in termini pratici significa non solo maggiore durata sugli scaffali dei negozi, ma anche meno scarti.

Lo scenario, quindi, è chiaro: si è spostato verso le problematiche di tutta la filiera. Non basta più, cioè, portare fuori dal campo pesche sane: serve che sane restino anche dopo. E a lungo direi, soprattutto nel mio frigorifero di consumatore cittadino.

Questo è il punto: un fungicida specialistico, secondo Basf, deve garantire un ottimo controllo della malattia, tale da soddisfare la necessità di produrre frutta sana e di risolvere un problema tecnico. Ma la nostra prerogativa è anche quella di ricercare qualcosa in più. Ed è proprio per questa ragione, e anche per quanto dimostrato in molti anni di prove, che oggi abbiamo lanciato questa nuova linea Signum e Cantus. Attenzione alla difesa ma anche alla qualità, quindi. Qualità che consiste in frutta più conservabile, meno soggetta a deperimento e con caratteristiche migliori anche sotto l’aspetto visivo.

“Basf: contributo invisibile, successo evidente”, quindi, anche sulle pesche?

Il contributo non solo è evidente visivamente, ma anche economicamente. Pesche più conservabili e con maggiore brillantezza contribuiscono al successo. Un successo che significa minori scarti, maggiore soddisfazione del cliente finale ed evidentemente maggiore soddisfazione economica per l’intera filiera.


Oggi le gemme sono ancora dormienti. Tra meno di sei mesi le pesche saranno invece pronte allo stacco. Quante di loro arriveranno indenni sulla tavola del consumatore, e come, lo stabiliranno quindi tecnici e agricoltori molto più di quanto si possa pensare.