Con 93mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere, si è chiusa lo scorso 5 aprile l'edizione 2023 del Vinitaly. La crescita rispetto alla passata edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che quest'anno hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Di questi, oltre mille top buyer selezionati e ospitati da VeronaFiere e da Ice-Agenzia.

 

Vinitaly and The City, il "fuorisalone" veronese da quest'anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della Fiera di Verona, ha inoltre registrato oltre 45mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico della città veneta.

 

"Chiudiamo un Vinitaly finalmente a pieno regime, che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni. Siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione", ha detto il presidente di VeronaFiere Federico Bricolo.

"L'obiettivo - ha aggiunto - è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell'incoming sull'Italia, dall'altro sul prodotto italiano all'estero con un radicamento di VeronaFiere - dopo Brasile e Cina - negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East".

 

"Gli investimenti fatti in favore dell'incoming estero - ha affermato invece Maurizio Danese, amministratore delegato di VeronaFiere - hanno dato un primo concreto risultato a un Vinitaly che vogliamo sempre più decisivo per il business degli espositori, che per la manifestazione riservano risorse importanti. Un matching domanda-offerta che ha funzionato, come dimostrato anche dagli oltre 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer della piattaforma Vinitaly plus che si aggiungono a quelli fissati direttamente tra aziende e buyer".

"Il nuovo corso è iniziato ma non è certo terminato: Vinitaly - ha concluso - sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all'estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare".

 

Boom di presenze

Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti staccano nettamente la Germania. Terzo rimane il Regno Unito, mentre la Cina torna in quarta posizione, scavalcando il Canada.

 

Fermo restando la crescita generale del mercato europeo, si segnala il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati extra Ue: l'Asia, più che raddoppiata (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che superano le mille presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe segnano un +38% con exploit degli Usa (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l'Australia in tripla cifra, a +130%.

 

Vinitaly sempre più internazionale

Chiusa la Fiera a Verona, ora si aprono le tappe di Vinitaly in Cina. Con il sostegno di Ice, sarà Chengdu (11 aprile prossimo) il primo appuntamento. In primo piano la masterclass di apertura con l'unico master sommelier cinese Yang LV oltre a un business forum - organizzato dalla controllata Wine to Asia - con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier.

 

Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile prossimo, nel padiglione italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell'Italia a Wine to Asia (11-13 maggio prossimo), insieme a Ice e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di VeronaFiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da venti Paesi.

 

Mentre nel 2024, dal 14 al 17 aprile, andrà in scena il prossimo Vinitaly.

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