“Pertanto – sottolinea l’assessore Murgia - non sussistono fattori ostativi all’esercizio delle attività richiamate anche se, come ogni attività in questo periodo, è necessario il pieno rispetto delle misure di distanziamento sociale previste dalle ordinanze delle autorità e va raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione individuale, come guanti e mascherine. Prima dell’avvio delle attività è inoltre necessario verificare la presenza di eventuali misure restrittive adottate a livello locale”.
Secondo Regione Sardegna, l’attività di coltivazione dei foraggi (codice Ateco n. 01.19.90), che ne ricomprende anche la fase di raccolta e conservazione, risulta inserita tra le attività consentite dal Dpcm del 22 marzo 2020. Sono incluse anche “le altre attività di supporto alle produzioni animali” (codice Ateco 01.62.09) che “prevedono esplicitamente la tosatura delle pecore" si sottolinea nella nota di Regione Sardegna. Un dato importante, diversamente interpretato in altre regioni italiane, che invece avevano bloccato tale importante attività, peraltro collegata al benessere degli animali.
L’estrazione del sughero in Sardegna, prevista tra maggio e settembre – e funzionale alla filiera del vino in tutta Italia - è stata recentemente consentita dal Dpcm del 10 aprile 2020 che ha esteso l’elenco delle attività consentite alla silvicoltura e altre attività forestali (codice Ateco 02.10.00), tra cui secondo Regione Sardegna è sicuramente ricompresa quella del settore sughericolo.
Il Dpcm del 10 aprile ha inserito tra le attività consentite anche la fabbricazione dei prodotti della lavorazione del sughero (codice Ateco 16.29.19), assicurando in tal modo la piena operatività dell’intera filiera vino e rendendo possibili i rifornimenti di vitivinicoltori, cantine e imbottigliatori.