"Siamo molto fiduciosi per questa annata - sottolinea il curatore del vigneto e presidente del Consorzio di tutela delle Doc Freisa di Chieri e collina torinese Luca Balbiano - La primavera è stata bizzosa, con piogge frequenti che hanno intensificato il lavoro in vigna, l'estate è stata calda e asciutta. Considerando poi le condizioni uniche di questo vigneto, siamo sicuri che la vendemmia 2018 porterà risultati eccellenti. La produzione è di circa 4mila bottiglie all'anno ma potrebbe essere molto più alta".
Grazie all'aiuto del ministero per i Beni culturali, le Cantine Balbiano e l'architetto Fontana, e con la collaborazione con l'Università di Torino e il Cnr, dopo dieci anni si è potuta recuperare la vigna.
"Dopo oltre 50 anni il giardino della villa, dove già in passato sorgeva un vigneto, era oramai diventato un bosco e per riportarlo operativo è servito un grande sforzo di fantasia" afferma Balbiano.
Oltre a godere di una favolosa vista sulla Mole Antonelliana, e in generale su tutto il capoluogo piemontese, la superficie di quasi un ettaro sfrutta un territorio molto ricco e un'ottima esposizione a sud. Inoltre, essendo un vitigno sopraelevato rispetto alla zona urbana, l'inquinamento non incide sulla coltura.
Occhio di riguardo anche per le tecniche agronomiche utilizzate.
"Il vitigno è a circa 50 metri da una scuola – prosegue Balbiano – per questo motivo abbiamo deciso di non praticare il diserbo. In più, utilizzando un impianto seicentesco che prevede filari molto vicini, non utilizziamo macchinari. Facciamo quindi tutto a mano".
E se il vigneto è in collina sicuramente il percorso è stato in salita.
"Ci sono state mille difficoltà da affrontare, ad esempio di tipo burocratico – prosegue Balbiano – Questa è una collaborazione tra privato e pubblico e ha avuto bisogno di una concessione che prima non esisteva. Anche dal lato logistico non è tutto rose e fiori; la cantina dista 20 kilometri e farli con il trattore non è affatto semplice".
(fonte: © Azienda vitivinicola Balbiano)
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