Lo strumento per gli operatori del settore, rispetto alla seconda edizione pubblicata nel 2008, si arricchisce della vision sul futuro del vino italiano di 3 top player: Lamberto Frescobaldi (Marchesi Frescobaldi) e Matteo Lunelli (Gruppo Lunelli), Ettore Nicoletto (Santa Margherita gruppo vinicolo).
La presentazione del libro, moderata da Silvana Ballotta, è stata anche l'occasione per un focus sul mercato dei vini toscani.
Nel corso degli ultimi dieci anni, vale a dire dalla precedente edizione del libro, il vino italiano è stato protagonista di importanti cambiamenti e conquiste. Tra queste, la riduzione dell'export di vino sfuso (-15% a volumi) nonché la crescita dei consumi di spumanti nel mondo e la contestuale esplosione delle esportazioni italiane, in particolare di Prosecco.
"Grazie ad una crescita del 240%, oggi l'Italia contribuisce al 23% di tutto l'export mondiale in valore degli spumanti, contro un peso di appena il 10% detenuto nel 2007. Ovviamente il nostro ruolo diventa quello di leader nel caso dei volumi esportati, arrivando a pesare per il 43% del totale, contro il 21% degli spumanti francesi e spagnoli” ha evidenziato Denis Pantini, responsabile Nomisma wine monitor e curatore del volume.
Dall'altro lato, i vini rossi fermi, che continuano a rappresentare l'architrave del nostro export con un'incidenza del 40%, non sono riusciti ad eguagliare tali performance, fermandosi ad un +56%.
Rispetto a questo trend, anche i rossi Dop della Toscana (che rappresentano quasi il 60% dell'export vinicolo regionale) sembrano aver segnato il passo, crescendo nel decennio di un +52%, contro una progressione nell'export degli altri vini (rossi Igp, bianchi, rosè e spumanti) vicina al 100%.
Oggi il 56% dell'export di vini toscani è concentrato in appena tre mercati: Usa, Germania e Canada, anche se nei prossimi anni il consumo di vini rossi dovrebbe soprattutto aumentare, oltre che negli Stati Uniti, anche in Russia e Cina.