“E’ chiaro che bisognerà vedere anche l’andamento climatico di agosto – sottolinea Giordano Zinzani, dirigente del gruppo Caviro e presidente del Consorzio vini di Romagna – ma sicuramente un anticipo c’è. Con queste temperature la vite si ferma, in particolare nelle zone collinari, dove il deficit idrico è davvero importante. Speriamo in qualche pioggia che possa rinfrescare e dare sollievo alle piante, senza che però metta a repentaglio la sanità delle uve, al momento con parametri ottimi”.
“Dal punto di vista produttivo si stima qui un calo medio del 10-15%, frutto delle gelate di aprile, della siccità e delle grandinate di luglio - continua Zinzani - la qualità è invece ottima sotto tutti i punti di vista, in particolare per i vini rossi”.
Più allarmistico il tono di Confagricoltura Emilia Romagna, che parla a livello regionale di un grave calo produttivo. “Stimiamo un calo di produzione anche del 20-30% per i bianchi e del 10-15% per i rossi – avverte il presidente regionale dell’associazione Gianni Tosi – accompagnato da una bassa resa in cantina, nonostante l’elevato standard qualitativo delle uve. La viticoltura di collina sta soffrendo molto e c’è il serio rischio che scompaiano le vigne nel giro di pochi anni, se le istituzioni non garantiranno incentivi per la realizzazione di invasi aziendali”.
Confagricoltura Emilia Romagna parte già di una partenza intorno al 7-8 agosto per Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot, a cui seguiranno Malvasia e Pignoletto, e poi Albana e Trebbiano. I rossi partiranno da fine mese.
Situazione non molto diversa anche in Piemonte, dove Coldiretti stima che l’inizio della vendemmia “possa partire poco dopo Ferragosto, per le uve Chardonnay, per passare al 25, alle uve Moscato”. La vendemmia continuerà poi a inizio settembre, con la raccolta dell’uva per i vini rossi. Anche in Piemonte il livello qualitativo non è in discussione, e anzi, magari con l’arrivo di qualche pioggia potrebbe giovare al peso dell’uva.
Anche in Veneto la precocità dell’uva la fa da padrona. “Si partirà a Ferragosto con la raccolta delle uve Pinot e Chardonnay – sottolinea in una nota Veneto Agricoltura – ci sono buone notizie dall’area di collina di Verona, Vicenza e Treviso, dove gli operatori del settore vitivinicolo prospettano una buona vendemmia, con un indice qualitativo molto alto”. Anche in Veneto le gelate di aprile hanno portato una riduzione delle quantità, ma il caldo estivo ha ridotto al minimo i problemi sanitari, pressoché inesistenti. Per questo, anche qui, nella regione forse più importante d’Italia a livello vitivinicolo, si prospetta una vendemmia precoce ma ottima.