La sostenibilità deve essere ambientale, ma anche di sistema, economica e lavorativa. La produzione bio è sostenibile, ma per un produttore medio-piccolo non lo è più se è rivolta alla Grande distribuzione.

Questa conclusione viene dall'esperienza di Rob del Bosco Oscuro, azienda agricola della famiglia Rasi di Cavriana (provincia di Mantova) che della sostenibilità ne ha fatto una scelta di vita.

 

La via del nord Europa

Rob è insieme l'abbreviazione di Roberto Rasi, fondatore dell'azienda, ma anche l'acronimo di Rasi ortofrutta biologica.

Ci serviva un nome corto, facile da ricordare che finisse con una consonante e avesse assonanza con parole straniere – spiega Andrea Rasi che, insieme alla moglie Sabrina e al fratello Rossano, guida l'azienda -.Quando abbiamo iniziato nel '95, l'idea era di esportare in nord Europa, dove la richiesta di materia prima biologica da trasformare era alta.

Abbiamo quasi subito capito di avere intorno troppi commercianti, grossisti, consulenti e pochi agricoltori. Sapevamo di offrire un prodotto buono, salubre, ottenuto prestando attenzione al territorio e alle risorse ambientali" racconta Andrea, in affanno perché non smette di lavorare nemmeno mentre lo intervistiamo.

"In cambio, a fronte di un prezzo troppo basso, ci veniva richiesto di sostenere un intero sistema che, senza la nostra produzione, si sarebbe fermato. Si doveva produrre sempre, indipendentemente dalle richieste del mercato, piuttosto si vendeva sottocosto per non fermare il meccanismo. Conferendo tutta la produzione ad un unico acquirente eravamo completamente privi di potere contrattuale e ci mancava la conoscenza del mercato necessaria ad indirizzare la produzione verso le richieste dei consumatori".

 

Così non va

"Nel 2001 ci siamo fermati - racconta - chiedendoci cosa fossimo e cosa volessimo. Ci siamo detti: siamo una piccola azienda familiare, vogliamo produrre meno rispondendo alla reale richiesta del mercato e offrendo cibo direttamente al consumatore, non materie prime che, seppur biologiche, quando in sovrapproduzione portano allo sfruttamento gratuito e insensato di risorse limitate quali terra e acqua.

Siamo diventati Rob del bosco oscuro, abbiamo comprato un furgoncino e iniziato a fare mercatini creando una rete di contatti e conoscenze; siamo entrati nel circuito dei Gas-Gruppi di acquisto solidale, ci siamo dotati di magazzino, cella frigorifera e imballaggi.  Nel 2011 abbiamo investito in un laboratorio di trasformazione e oggi serviamo 250 Gas.
Ci siamo riappropriati del sistema ed abbiamo dato vita ad un circuito piccolo ma completo che annientando la distanza tra produttore e consumatore consegna prodotti finiti; il contatto diretto ci preserva dal produrre beni non richiesti.

 

Quaderno di Campagna: enormi benefici

Per arrivare al punto in cui siamo, abbiamo preso tante 'zuccate'. E' stato utile osservare l'esperienza dell'azienda Iris pioniera di questo approccio, partecipare a centinaia di giornate di mercatini, far assaggiare i nostri prodotti e parlare di noi”.

Anche la gestione dell'azienda ha la sua importanza e Andrea, che nelle sue passate esperienze lavorative ha imparato ad usare la tecnologia informatica, ne ha tratto vantaggio.

Un esempio su tutti, la scelta di ricorrere ad un programma informatico per la gestione delle operazioni colturali.

 

Usiamo il Quaderno di Campagna da tre anni, e il beneficio è stato enorme – spiega -. Il cartaceo era improponibile, non tornavano mai i conti dei chilogrammi di prodotti utilizzati e registrare i trattamenti era un problema. La nostra è un'azienda complicata – aggiunge – produciamo frutta e verdura, con il Quaderno di Campagna basta inserire il nome della coltura, la superficie, il quantitativo di acqua e prodotto distribuito e tutto torna con precisione.
Possiamo conoscere dove e quando abbiamo trattato nell'intera annata e le schede riassuntive facilitano i controlli. Alla richiesta di visionare i trattamenti a carico di una determinata coltura, con il cartaceo dovevo scartabellare quaranta pagine, oggi scrivo l'anno il nome della coltura e ho tutto pronto”. 

 

Autotutela

La trasformazione in azienda e l'abbandono della monocoltura ci preserva da eventi imprevisti quali grandinate o perdite di raccolto. Avere più prodotti e trasformarli genera equilibro e costanza lavorativa in tutte le annate. Non coltiviamo tutto noi – precisa -, cerchiamo di rispettare le zone vocate per ciascun prodotto, ma per avere un'offerta completa oltre a volumi da lavorare e consegnare giustificabili in termini economici, acquistiamo presso altri agricoltori selezionati attentamente”.

 

Gas

Il rapporto con i Gruppi di acquisto è un mutuo soccorso; fanno uno sforzo organizzativo per scardinare l'abitudine d'acquisto al supermercato sostenendo i produttori con cui creano un rapporto personale e in cambio richiedono prodotti sani, buoni, sostenibili ad un prezzo equo.

Da parte nostra – aggiunge Andrea – garantiamo sul prodotto, creiamo un sistema di consegna e manteniamo un'attenzione alla sostenibilità in fase di produzione, trasporto e tutela dei lavoratori. Importante, soprattutto con l'ortofrutta, la separazione dei singoli ordini; in azienda abbiamo la manualità e le strutture per maneggiare il prodotto evitando deterioramenti o spiacevoli ammaccature”.

 

 

Fa' la cosa giusta

Anche quest'anno parteciperemo all'appuntamento milanese di fine marzo con uno stand dove sarà possibile degustare, ottenere informazioni e vedere le fotografie del nuovo laboratorio. Per chi vorrà in primavera, potrà visitare l'azienda; siamo molto orgogliosi delle cose belle che abbiamo fatto”.