Il decreto lobby è in corso di pubblicazione. Deve essere registrato dagli organi di controllo e pubblicato. Poi si parte”. Così il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, detta l'agenda di quella che sembra essere una crociata personale per la trasparenza nel settore agroalimentare. E lo ha fatto durante l'incontro organizzato dal think-net veDrò fondato, tra gli altri, da Enrico Letta, Angelino Alfano, Giulia Bongiorno.
Sono il primo ad essere interessato a questo decreto che non ha precedenti. Ci saranno difficoltà nei primi mesi che saranno a carattere sperimentale” ha proseguito il ministro dicendosi curioso di vedere l'effettivo riscontro in fase di applicazione.

Nel decreto varato che Catania definisce 'apripista' sono previste l'iscrizione dei lobbisti ad un registro tenuto dal Mipaaf e l'istituzione di una Unità per la trasparenza interna al dicastero, che dovrà coordinare le attività e rendere trasparenti i rapporti tra le lobby e amministrazione.

 

Muro contro muro

Il muro contro muro Catania-Gdo si consuma prorpio sulle norme di contenute nel pacchetto agroalimentare. In particolare, la Gdo respinge con forza la regolamentazione dei rapporti di filiera attraverso la stipula di contratti scritti e la definizione dei termini di pagamento in trenta giorni per i prodotti deperibili e sessanta per tutti gli altri.

"Sconcertante", secondo Catania, la chiusura degli esponenti della grande distribuzione verso i quali - in vista di un incontro fissato per la prossima settimana - non è andato per il sottlle. "Non capisco – si è detto deluso il ministro – come si possano osteggiare con tanta veemenza prescrizioni basilari come la stipula di contratti scritti e la definizione di termini di pagamento certi. Discorso ancora più scandaloso, se portato avanti da soggetti economici che ogni giorno incassano denaro contante da milioni di consumatori”.

 

Agricoltori vs industria alimentare

Alla seconda obiezione addotta dalla grande distribuzione di favorire non solo gli agricoltori ma anche l'industria alimentare, Catania ribatte chiarendo di non avere alcun interesse nel fare il gioco di quest'ultima, “ma se l'obiettivo della Gdo è escludere dalla norma tutta l'industria alimentare, io non ci sto", riferisce il ministro.
Anche l'industria alimentare è disperata per i ritardi di pagamento – chiarisce -, non so come andrà a finire e vedo segnali preoccupanti anche da parte di certe forze politiche. Comunque – conclude -, si tratta di una battaglia che porterò fino in fondo”.

 

Le organizzazioni agricole

Coldiretti e le organizzazioni cooperative Fedagri-confcooperative, Legacoop agroalimentare e Agci agrital ma anche Federalimentare, Cia e Confagricoltura sostengono la posizione di Catania individuandolo come promotore di un intervento di riequilibrio del potere contrattuale lungo la filiera agroalimentare tra distribuzione e produttori su cui anche il Parlamento europeo ha richiamato l'attenzione.

Secondo le associazioni, il contenuto del dibattuto articolo 62 del decreto, porterà vantaggio lungo tutti i passaggi e gli attori della filiera, compreso il consumatore finale. Per questo, l'auspicio è che la fermezza del ministro trovi ascolto non solo in ambito governativo, ma anche in sede di conversione parlamentare.