Per il vino romagnolo si tratta di una svolta assolutamente positiva per dare un nuovo impulso al settore. Era molto che se ne parlava e finalmente, dopo l’approvazione da parte del ministero delle Politiche agricole avvenuta il 22 settembre, l’8 ottobre 2011 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 il Decreto di riconoscimento della nuova denominazione di origine controllata dei vini 'Romagna'. Denominazione che, oltre a  prevedere la modifica della Docg Albana di Romagna in 'Romagna Albana', accorpa in un unico disciplinare, oltre all’Albana spumante, le Doc  Sangiovese, Trebbiano, Cagnina e Pagadebit, variandone la denominazione in 'Romagna Sangiovese', 'Romagna Trebbiano', 'Romagna Pagadebit', 'Romagna Cagnina'.

Il disciplinare 'Romagna' riunisce quindi tutte le attuali denominazioni, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere con maggiore efficacia, sul mercato nazionale e internazionale, i territori dei vini e ovviamente i prodotti a Denominazione di origine. 

Fra i fautori/promotori della realizzazione di questo nuovo disciplinare, e del successivo impegno per portare a termine l’iter di attuazione (iniziato addirittura a giugno del 2009) un ruolo decisivo è stato ricoperto dal Consorzio Vini di Romagna.

Oggi il Consorzio Vini di Romagna controlla circa 12 milioni di bottiglie contraddistinte dal marchio del 'Passatore' ed è costituito da 9 cantine cooperative, 83 produttori vinificatori, 11 imbottigliatori e 4.900 aziende con vigneti iscritti agli albi delle denominazioni di origine. 

La nuova denominazione 'Romagna' sarà in vigore già da questa vendemmia 2011 che sta volgendo a conclusione.

E ai vini prodotti con le vendemmie 2010 e precedenti cosa succederà? Potranno essere commercializzati ancora con le vecchie denominazioni Doc e Docg purché siano rispondenti alle condizioni previste dal nuovo disciplinare e venga data comunicazione delle giacenze all’organismo di controllo, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto di riconoscimento.