Per barbabietole, tabacco e colture sementiere suona l'allarme. La situazione per questi comparti agricoli è sempre più difficile e i produttori sono ormai sull'orlo del collasso.

Scenari che rispecchiano gli attuali pesanti problemi che la nostra agricoltura è costretta ad affrontare: costi pesanti, prezzi non remunerativi, redditi tagliati, mancanza di interventi incisivi e di politiche realmente propulsive da parte del governo. Una denuncia che la Cia - Confederazione italiana agricoltori ha rinnovato ed è per questo che ha riunito a Roma il Gie - Gruppo di interesse economico delle colture industriali che ha evidenziato i grandi ostacoli che rischiano di mettere fuori mercato molte imprese sempre più allo stremo.

Particolarmente critico è lo scenario del settore delle barbabietole. Secondo gli ultimi dati Istat, siamo in presenza di una contrazione delle semine del 21%, con il rischio concreto di non riuscire a garantire le produzioni minime per il mantenimento dei quattro zuccherifici sopravvissuti alla riforma dell'Ocm Ue. E questo proprio mentre il prezzo dello zucchero raggiunge sui mercati internazionali quotazioni record.

Comunque, i produttori di barbabietole - come è stato evidenziato dal Gie-Cia - valutano positivamente gli sforzi che stanno facendo i diversi attori della filiera per mantenere in vita la produzione. Nello stesso tempo, però, considerano totalmente irresponsabile l'atteggiamento del governo che nel decreto Milleproroghe ha cancellato i 21 milioni di euro destinati al settore, venendo meno agli impegni presi anche in sede comunitaria.

Per quanto riguarda il settore del tabacco, il Gie-Cia ha messo in evidenzia il profondo stato di incertezza che regna tra i produttori. Una situazione molto grave con difficoltà e problemi complessi, che rischiano di portare a un calo delle semine fino al 50%, soprattutto in alcune aree della Campania. Pesa sul comparto la fine degli aiuti accoppiati, ma soprattutto quello che viene definito "l'incomprensibile ritardo" del ministero delle Mipaaf nel favorire nuovi e dignitosi accordi con le manifatture.

"Se non si chiudono in tempi rapidissimi e a prezzi remunerativi gli accordi con le manifatture - è stato rimarcato dal Gie-Cia - i produttori non effettueranno i trapianti, con il pericolo di fibrillazioni sociali molto forti. E questo in considerazione che la filiera del tabacco in Italia vede più di 80 mila occupati".