"Un 2009 altalenante, caratterizzato da un incremento dei prezzi delle specialità a fronte di un calo delle commodity e fortemente condizionato dall'incertezza del quadro normativo". Si riassume così, nelle parole di Giovanni Rizzo, presidente di Agriteam, il bilancio di un anno problematico per il settore dei mezzi tecnici. Un anno a tinte fosche che ha investito l'intera filiera agroalimentare, da monte a valle.

Rizzo guida una realtà che in italia rappresenta il principale gruppo d'acquisto di mezzi tecnici per l'agricoltura, con un giro d'affari complessivo di 80 milioni di euro (60 'solo' di prodotti fitosanitari, prezzi netti all'acquisto), nata 19 anni fa dalle ceneri del Cerac, realtà che seguì la stessa sorte delle grandi organizzazioni nazionali dell'epoca, il fallimento.

Rispetto allo scorso anno, nel 2009 il fatturato ha fatto registrare una crescita del 13 per cento. La quota di mercato di Agriteam a livello nazionale è parti all'8 per cento ma, se si considera che il gruppo opera al Centro Nord, la percentuale in alcune province si avvicina o supera il 30 per cento. Quanto al dato Griff (relativo alla vendita di agrofarmaci in Italia, ndr) l'incremento del valore si è attestato su un più 3,3 per cento.

Il gruppo oggi conta su una base sociale di 12 soci, dieci dei quali rappresentati da Consorzi che a loro volta controllano 135 cooperative - Carb e Cafer, tanto per fare qualche nome - tutte localizzate nell'area del Centro-Nord.

"Oltre agli associati veri e propri - spiega Rizzo - Agriteam stipula accordi annuali con una quarantina di distributori che operano direttamente sul territorio nella zona del Trentino Alto Adige, Valtellina e Veronese". 
Agriteam è inserita inoltre nella filiera agroalimentare e a pieno titolo: pur occupandosi solo di mezzi tecnici condivide la propria base sociale con quella delle principali aziende di trasformazione (Valfrutta, Conserve Italia, Melinda, Orogel, solo per citarne alcune).

"L'agricoltore del nostro 'sistema' - dice Rizzo - può, pur nelle difficoltà del momento, trovare molte delle risposte necessarie per la sua attività di imprenditore, partendo dalla messa a disposizione di mezzi tecnici a costi equilibrati per arrivare fino alla gestione delle produzioni".

Tornando ai mercati, "il 2009 si è distinto per cambiamenti rapidi e, per così dire, improvvisi - prosegue Rizzo nella sua analisi -: si pensi ad esempio al glifosate, sceso nel giro di breve sotto i tre euro. Molto ha pesato in senso negativo la volatilità del quadro normativo che ha interessato molti prodotti, con la conseguenza che molte aziende, a causa dell'incertezza di continuità dei propri marchi, hanno immesso sul mercato prodotti a qualsiasi condizione, falsando una fisiologica evoluzione del mercato".

Guardando al 2010, "a medio termine dobbiamo attenderci una sensibile diminuzione dei prezzi - anticipa Rizzo - soprattutto per quanto riguarda le commodity".

Ma intanto, restano sul piatto una serie di problematiche, prima tra tutte quella legata al credito delle imprese agricole. E, più nello specifico, alla liquidità.

"Tenuto conto che il valore delle produzioni, crollato su tutti i fronti nel 2009, ha pesantemente condizionato il mercato e continua a farlo - dice il numero uno di Agriteam - come gruppo stiamo portando avanti la nostra azione a favore degli associati su un doppio fronte: sia nei confronti degli istituti di credito, che verso i nostri soci, ad esempio con la creazione di linee di indirizzo sul costo del denaro".

C'è poi il fenomeno dei furti: secondo gli ultimi dati forniti da Agrofarma il mercato degli agrofarmaci illegali (ovvero: importazioni illegali, furti e contraffazioni) supera i 30 milioni di euro, pari al 4 per cento del mercato complessivo.
"La piaga dei furti - spiega Rizzo - si ripete ormai da molti anni. Rilevo con piacere che il ministero della Salute abbia bloccato alcune importazioni parallele di prodotti che in etichetta riportavano un sito di produzione inesistente. I controlli giocano un ruolo fondamentale che mette al riparo dai rischi di importare in italia prodotti non registrati o provenienti da traffici illegali". Rizzo rileva poi che "le società da qualche tempo a questa parte si sono dimostrate più sensibili al problema delle ricettazioni e delle clonazioni: solo attraverso l'azione sinergica di produttori, mondo della distribuzione e forze dell'ordine è possibile far fronte a questo annoso problema".