Ad essere colpite non sono solo le abitazioni civili e le persone, che spesso perdono la vita sotto le macerie, ma anche le attività produttive, comprese quelle agricole. In questo reportage abbiamo descritto come vivono gli agricoltori del Centro Italia ad un anno dal terremoto.
Le aziende vitivinicole sono quelle che maggiormente risentono degli effetti di un terremoto, subendo perdite di prodotto e danni strutturali ingenti. Già, perché anche se l'edificio non subisce danni, i serbatoi spesso collassano o si abbattono, le botti cadono a terra rompendosi e le bottiglie di vetro si frantumano. "Per questo ogni azienda vitivinicola in una zona sismica dovrebbe rivolgersi ad un consulente per valutare gli interventi da mettere in capo per scongiurare perdite in caso di terremoto", spiega ad AgroNotizie Stefano Gregolo, architetto esperto nella diminuzione della vulnerabilità sismica delle cantine, che insieme a Francesca Giovanna Rettore ha pubblicato Vino perso, un libro incentrato sui danni causati alle cantine dai terremoti.
Come fa un agricoltore a sapere se la sua cantina si trova in una zona sismica?
"Dove c'è stato un terremoto è probabile che ce ne sarà un altro, per questo la memoria storica di una famiglia o di una azienda è fondamentale. Inoltre l'Istituto nazionale di geofisica pubblica sul suo sito le mappe del rischio sismico di tutta l'Italia".
Le cantine sono spesso edifici vecchi, è possibile renderli antisismici?
"Ogni tipo di struttura può essere messa nelle condizioni di sopportare un terremoto. Quello che bisogna fare è rivolgersi ad una ditta specializzata che dopo un sopralluogo indica gli interventi necessari da fare".
Interventi che però hanno un costo...
"Da questo punto di vista lo Stato, attraverso il sismabonus iniziato nel 2017 e che vale per cinque anni, offre agevolazioni molto vantaggiose per chi intende intervenire per rendere un edificio antisismico. Per le aziende agricole è una opportunità importante perché permette di intervenire sia sui locali di lavoro sia sulle abitazioni che spesso si trovano adiacenti alla cantina".
Dalle foto dei terremoti in Emilia Romagna, come in Cile o Nuova Zelanda si vede che spesso le strutture murarie resistono, ma a cedere sono i vasi vinari. Come si può intervenire?
"Il rischio più grosso per i serbatoi è che si pieghino le gambe su cui poggiano o che le oscillazioni provochino la caduta del contenitore innescando un effetto domino su quelli vicini. Si può intervenire rafforzando il basamento del serbatoio e bullonando al suolo la struttura in modo che non possa oscillare e rovesciarsi".
I danni subiti da un serbatoio in Nuova Zelanda
Il legno è un materiale antisismico, le botti non dovrebbero essere al sicuro?
"Il legno è un materiale molto fragile che risente delle vibrazioni di un terremoto arrivando a provocare la rottura delle botti. Ma i danni maggiori si hanno quando le barrique, magari accatastate l'una sull'altra o in strutture metalliche, cadono a terra rompendosi e lasciando fuoriuscire il vino".
Come si può intervenire?
"Si devono evitare pile di botti troppo alte, ma soprattutto bisogna poggiare i contenitori su basi solide e capaci di resistere alle vibrazioni di un terremoto".
Botti rovesciate da un terremoto in Cile
Se il legno è poco resistente non parliamo del vetro...
"Per una cantina uno degli scenari più catastrofici è un terremoto appena dopo l'imbottigliamento, quando i cartoni o i pallet con le bottiglie piene subiscono l'urto di un sisma. L'unico modo per tutelarsi è sistemare gli scatoloni su scaffalature antisismiche".
Ci sono società specializzate nell'affiancare le cantine in questo lavoro di messa in sicurezza?
"In Italia le società specializzate non sono molte, ma vantano un livello di competenza altissimo, tanto che vengono chiamate ad intervenire anche in California o nelle altre parti del mondo vocate alla viticoltura e soggette a terremoti".