Libro che il Consorzio ha commissionato nel 2016 ad Armando Castagno, giornalista, critico e docente Ais, l'Associazione italiana sommelier, in occasione del cinquantenario della denominazione di origine controllata Vernaccia di San Gimignano ottenuta nel 1966.
Ospite d'eccezione il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero che ha salutato il libro come un progetto di grande spessore, che ha segnato il cammino da seguire agli altri consorzi di tutela.
"La Vernaccia di San Gimignano è un vino femmina - ha esordito Susanna Cenni - è una elegante e prestigiosa signora che nel 2016 ha compiuto cinquant'anni: è stata la prima Doc a nascere in Italia".
Una delle peculiarità di questo vino è il fatto di essere un bianco in un territorio di grandi vini rossi, la Toscana, ma non per questo la sua storia è meno importante.
L'altra sua peculiarità, come ha messo in risalto Cenni, è che affonda la sua essenza nel paesaggio superbo e nel territorio: è un vino fatto di storia e creatività, da uomini giovani e anziani, da tante donne, in un continuo scambio tra esseri umani e ambiente.
"Adesso - ha aggiunto - per la Vernaccia di San Gimignano si apre una nuova fase che guarda al futuro, da costruire sulle fondamenta della sua storia nei primi cinquanta anni, di cui questo libro rappresenta la summa".
L'autore del libro Armando Castagno ha presentato il suo lavoro che non è un elenco di aziende, anzi nessuna è citata nelle duecentoquaranta pagine che lo compongono, ma ha l'ambizione di presentare questo vino e la sua essenza di essere un tutt'uno con l'arte, la storia, gli uomini e il territorio in cui nasce.
Un volume suddiviso in sei sezioni: il luogo, il vino, il territorio, le testimonianze, le cinquanta annate e le appendici, che contengono anche un glossario delle parole della campagna sangimignanese.
Un libro, come lo presenta la presidente del Consorzio Letizia Cesani, che narra ciò che la Vernaccia di San Gimignano evoca quando la si degusta: arte, uomini, memorie, territorio, nel corso della sua storia secolare.
Perché gli anni della Vernaccia sono ben di più cinquanta, sono oltre ottocentocinquanta. Un vino antichissimo di cui si parla già nel XIII secolo.
E il libro racconta la storia secolare della Vernaccia di San Gimignano e della sua comunità: i produttori sono custodi e artefici del paesaggio, delle tradizioni, della memoria, consapevoli delle loro responsabilità etiche e sociali e nei confronti di un'agricoltura sostenibile.
Il compito del Consorzio non è solo quello di tutelare e promuovere la denominazione, ma quello di sostenere i produttori in un percorso di crescita culturale e non solo della qualità dei vini.
"Perchè produrre vino - ha concluso Letizia Cesani - non è soltanto un atto economico, è più profondamente un atto sociale e culturale. Il vino stesso oggi è cultura, non si degusta per nutrirsi, ma per conoscere il mondo che ci sta dietro".
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