Quanti vitigni autoctoni esistono in Italia? Quanti vini vengono prodotti partendo da varietà definite come tali e che quota di mercato hanno? Difficile, se non impossibile, poter rispondere con certezza a questi interrogativi poiché non esiste ad oggi una definizione certa e condivisa di “vitigno autoctono”.
La bozza del “Testo unico della vite e del vino”, in discussione presso la commissione agricoltura della Camera, lo definisce “il vitigno la cui presenza è rilevata in aree geografiche delimitate del territorio nazionale”. Una descrizione che non trova molti consensi: Matilde Poggi, presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi), ha espresso le sue perplessità precisando in una nota che “ciò consentirebbe la registrazione come autoctono di qualsiasi cosa sia piantata alla data della sua entrata in vigore, senza riguardo né per le tradizioni produttive Italiane né per il valore che hanno le vere peculiarità viticole nazionali sul mercato globalizzato”. Dello stesso avviso il direttore della rivista Mille Vigne Maurizio Gily - membro della giuria della edizione 2010 di “Autoctoni che passione!”- che nel suo blog riprende il pensiero del professor Attilio Scienza affermando che “di solito la questione si risolve considerando come autoctoni i vitigni la cui presenza in un certo territorio è “antica”, per attestazioni scritte o semplicemente perché non ci sono tracce documentali o memorie di una sua importazione dall’esterno”.
Secondo l’Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, esistono nel mondo 6154 varietà di vite distribuite su 35 Stati e l’Italia risulta il terzo Paese al mondo per varietà presenti, pari a 453. Tra queste, quelle che possiamo ritenere “autoctone” occupano uno spazio non indifferente: Sangiovese, Trebbiano Toscano e Catarratto sono infatti i tre vitigni più coltivati in Italia secondo l’Istat. Tre vitigni “autoctoni”.
Tra gli appuntamenti della kermesse, che si svolgerà in contemporanea con Hotel, fiera internazionale specializzata per hotellerie e ristorazione, la selezione “Autoctoni che passione!”, martedì 21 ottobre, dove le migliori etichette in degustazione verranno premiate con gli “Autochtona Award”, e i banchi di assaggio di “Vinea Tirolensis”, mercoledì 22 ottobre, con un’area dedicata ai Vignaioli dell’Alto Adige. Confermata anche l’omologa rassegna “Tasting Lagrein”, la degustazione comparativa che assegnerà i riconoscimenti per i migliori vini Lagrein, che potranno essere “assaggiati” dal pubblico il giorno successivo.
Non solo. Nel weekend che precede la manifestazione tutti coloro che sceglieranno di assaggiare vini provenienti da vitigni autoctoni riceveranno direttamente presso le enoteche della città un biglietto omaggio valido per l'ingresso alla kermesse del 20 e 21 ottobre.
Tutte le informazioni:
www.autochtona.it
www.facebook.com/Autochtona
www.twitter.com/Autochtona
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Autochtona