Solo 20 centesimi al chilo. E' quanto viene corrisposto ai produttori agricoli di pesche e nettarine.

Si fa sempre più pesante per i produttori italiani la crisi di mercato della frutta estiva, in particolare di pesche e nettarine, causata dal calo dei consumi, dal divario sempre maggiore tra prezzo all'origine e di vendita e dalla posizione “di sconcertante indisponibilità e chiusura espressa dai rappresentanti della Gdo” - come spiega Cia - che non hanno sottocritto l'accordo per la campagna 2011. 

Gli agricoltori” annuncia Cia - Emilia Romagnahanno in programma una imponente mobilitazione” a Roma davanti al ministero con presidi alla Camera, al Senato e a Palazzo Ghigi non escludendo un presidio nella capitale belga per avere il sostegno del Parlamento europeo.

La richiesta al ministro dell’Agricoltura, grande assente dal Consiglio agricolo di Bruxelles, è, spiegano, “la predisposizione di immediati interventi nazionali di sostegno al settore e una urgente modifica delle norme comunitarie sui ritiri delle produzioni”.

E' fondamentale” afferma Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna intervenuto lo scorso lunedì alla manifestazione indetta da Coldiretti Emilia-Romagna, “che il governo convochi un tavolo nazionale per arrivare alla firma di un accordo con la grande distribuzione. Lo abbiamo già chiesto come conferenza delle regioni” ha proseguito Errani aggiungendo che per superare i problemi strutturali, occorre riorganizzare l'intera filiera garantendo, in primis, un'equa remunerazione ai produttori.

Solidale Tiberio Rabboni assessore regionale all'agricoltura che presentando nel corso del presidio insieme ad Errani un documento di interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza, ha sottolineato l'urgenza del ritiro dal mercato di una quota di invenduto da destinare agli indigenti e agli impianti a biogas, come previsto dall'Ocm frutta, e di un sostegno economico europeo analogo a quello varato dopo la crisi dell'escherichia coli.

Nel documento Coldiretti chiede alle istituzioni di intervenire affinché la Gdo sottoscriva l'accordo interprofessionale già firmato dal resto della filiera così da regolamentare l'uso del sottocosto, ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili e fissare l'obbligo di una corretta informazione al consumatore sulla stagionalità.
Pesche e nettarine vengono pagate ai produttori la metà di dieci anni fa, in un mercato nel quale i consumatori spesso rinunciano al loro acquisto per gli altri prezzi di vendita nei supermercati” denunciano gli agricoltori Coldiretti che con un blitz hanno scaricato tonnellate di pesche davanti alla sede della Regione Emilia Romagna.
E ieri è stata la volta delle ronde e di un secondo blitz degli agricoltori in circa venti supermercati della riviera romagnola per verificare prezzi, provenienza e qualità della frutta in vendita e mettere in evidenza anomalie o incoerenze.

L'intervento della delegazione italiana al Consiglio agricolo dei ministri europei di martedì scorso, l'ultimo prima della pausa estiva, ha posto in particolare evidenza la situazione.Il commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, ha disposto un esame del prezzo a cui sono ritirate dal mercato pesche e nettarine, un prezzo di riferimento mai rivisto da 15 anni.
Voglio capire se si tratta di un valore in linea con la realtà del mercato” ha spiegato “e se saranno necessarie modifiche le faremo nell’ambito dello specifico Comitato di gestione dell’Ue”, possibilmente spiega, “entro la fine di luglio”.

Imbarazzante - secondo Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative intervenuto alla conferenza stampa organizzata dalle centrali cooperative sulla crisi del comparto peschicolo - “l’assenza del ministro Romano dal Consiglio Ue".

Fedagri-Confcooperative, Legacoop agroalimentare e Agci, hanno messo a punto un documento con le proposte del mondo cooperativo, prima tra tutte "portare al 10% la percentuale massima della produzione di pesche e nettarine ritirabile dal mercato, incentivando la distribuzione gratuita a favore degli indigenti".

Inoltre, "le attuali misure di prevenzione e gestione delle crisi di mercato si sono dimostrate inadeguate a tutelare i produttori e pertanto” spiegano “è indispensabile modificare l'Ocm. Utili anche l'istituzione di un fondo destinato ad assicurare crediti derivanti da esportazioni verso paesi terzi e la costituzione di fondi mutualistici cofinanziati dall'unione europea gestibili direttamente dalle Op o dalle Aop.

Da valutare” infine, “nuove forme assicurative per garantire ai produttori la salvaguardia del reddito e l'apertura di un tavolo di confronto con la grande distribuzione per l'approvazione di un codice etico”.

Urgente per Paolo Bruni, presidente Cogeca intervenuto al Consiglio dei ministri Ue, l'intervento straordinario dell'Unione europea con un secondo pacchetto di misure, aggiuntivo a quello di 210milioni di euro stanziato dalla Commissione nello scorso giugno.
Il Copa Cogeca” ha detto Bruni “chiede in particolare l'erogazione di un pagamento di 30 euro ogni 100 Kg di pesche e nettarine da aggiungersi agli importi massimi previsti per il ritiro del prodotto. Occorre creare un sistema integrato con le attuali disposizioni vigenti per compensare retroattivamente la differenza tra gli importi massimi del contributo dell’Ue stabiliti nell’allegato 1 del Reg. 585/2011 e i prezzi di vendita dei prodotti colpiti dalla crisi” ha concluso.

Il ministro polacco Marek Sawicki, presidente di turno dell’Ue, ha risposto alle richieste di Bruni dicendosi consapevole del grave problema ed impegnandosi a sostenere la richiesta in seno al Consiglio dei ministri.