"Chi va piano va lontano" recita la saggezza popolare che, seppur poco al passo con i tempi moderni, riesce ancora ad elargire qualche importante consiglio. Passin passino il Ddl per la competitività del settore agroalimentare, il cui nome dopo gli stralci decisi dall'assemblea di Montecitorio si è tramutato in Disegno di legge per l'etichettatura e la tutela dei prodotti agroalimentari, ha preso il volo verso il Senato raggiungendo l'approvazione quasi unanime della Camera (487 sì, 6 no e un'astenuto) lo scorso 6 ottobre.
L'articolo 6, 6-BIS e 7 del testo approvato, sono relativi all'obbligo di indicazione dell'origine della materia prima agricola nei prodotti alimentari. In particolare, all'articolo 6 viene stabilita l'obbligatorietà dell'indicazione del luogo di origine o di provenienza di un prodotto; per i trasformati, l'indicazione va riferita all'ultima trasformazione sostanziale e al paese di produzione della materia prima agricola prevalente mentre, per i non trasformati, informa il consumatore sul paese di produzione del prodotto.
Al terzo comma sono definite le modalità di individuazione delle filiere agroalimentari e dei prodotti soggetti all'obbligo dell'indicazione; l’etichettatura è prevista solo per alcune filiere individuate a discrezione del ministero delle Politiche agricole che di volta in volta valuterà ogni singolo caso emanando decreti interministeriali ad hoc.
La valenza di strumento d'informazione al consumatore rivestita dal Ddl, è insita anche nell'obbligo di segnalazione in etichetta dell'eventuale presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare - ivi compresi gli alimenti somministrati agli animali - conformemente alla normativa comunitaria.
“L’approvazione all’unanimità presso l’aula della Camera dei deputati del disegno di legge sull’etichettatura d’origine dei prodotti agroalimentari” ha commentato a caldo il ministro Galan “è un grande successo per tutto il mondo dell’agricoltura italiana. Il provvedimento garantirà ai consumatori di scegliere nella trasparenza e ai produttori di produrre nella certezza. Un provvedimento” ha proseguito “che ha visto in più parti l’importante contributo non solo della maggioranza, ma anche dei parlamentari dell’opposizione che ringrazio”.
Da sempre in prima linea per il diritto di scelta dei consumatori, non cela la propria soddisfazione Coldiretti che definendo il via libera della Camera come un importante passo in avanti ringrazia, per voce del presidente Marini, i deputati della Commissione Agricoltura e gli altri parlamentari che “hanno bene interpretato gli interessi generali approvando la norma nonostante le tante pressioni delle lobby che ci sono state e che, purtroppo, ancora ci saranno prima della piena applicazione. L’origine degli alimenti” ha proseguito Marini, “prevista obbligatoriamente in etichetta, non potrà essere omessa neanche nella comunicazione commerciale”.
Soddisfazione da Cia che pur rinnovando, per quanto riguarda l’intero disegno di legge sulla competitività, le critiche per la totale mancanza di risorse economiche e finanziarie a sostegno degli agricoltori, legge il ddl come “una garanzia per i consumatori e per gli agricoltori italiani con cui viene rafforzata la territorialità delle nostre produzioni”.
Le voci critiche che stonano nel coro di applausi giungono da Confagricoltura che, pur riconoscendo l'importanza dei temi trattati nel decreto, invita a non perdere di vista alcuni elementi - 'prevalenza' della materia prima e 'ultima trasformazione sostanziale' - che potrebbero paradossalmente aumentare la confusione del consumatore. “La limitazione dell'obbligo di etichettatura ad alcune produzioni”, prosegue l'associazione, “pur offrendo un margine di flessibilità porta con sè anche il rischio di vedere escluse dal provvedimento alcune produzioni strategiche. Su tutto”, continua la confederazione “rimane il forte pregiudizio in merito alla compatibilità di questo testo rispetto al diritto comunitario. Infine” conclude Confagricoltura “abbiamo fiducia nel Ministro ma non possiamo far finta di ignorare che il parlamento sta privilegiando la normativa sull’etichettatura rispetto alle misure finanziarie - dalle agevolazioni previdenziali, al gasolio sotto serra, ai fondi per la bieticoltura - che gli agricoltori italiani attendono da diverso tempo e che auspichiamo vengano quanto prima varate”.
Una posizione condivisa anche Gardini, presidente Fedagri, che evidenzia come “nel Ddl siano state eliminate, con l’eccezione dell’emendamento sulla concentrazione delle cooperative, tutte le voci che prevedevano un impegno finanziario” lasciando spazio solo alla misura dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari che, pur importante e sostenuta da Fedagri-Confcooperative, “non può da sola dare risposte a un settore da tempo in forte crisi di redditività”.
Critica anche Federalimentare che, tramite il presidente di Giandomenico Auricchio, sottolinea le carenze quantitative di materia prima cui l’industria alimentare italiana si trova spesso a far fronte nonostante trasformi oltre il 70% della produzione agricola nazionale. Fermo restando il parere favorevole all’inasprimento delle sanzioni e dei controlli sulle contraffazioni e sulle frodi alimentari, Federalimentare manifesta viva preoccupazione per l'adozione di misure obbligatorie nazionali in materia di etichettatura in anticipo sul legislatore europeo, impegnato ad elaborare una norma valida per tutti i produttori dei 27 paesi.
L'appuntamento europeo, volto a prendere in esame il sistema di indicazione obbligatoria della provenienza dei prodotti alimentari in cui, come dichiarato dal commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, si esaminerà “un nuovo quadro giuridico per introdurre l'etichettatura obbligatoria d'origine in tutti i settori agricoli”, è previsto per l'8 dicembre prossimo. Vedremo dunque se, come si augura Franco Verrascina, presidente Copagri, vinceremo la vera sfida a Bruxelles vedendo trasformato il principio in norma anche nell'Unione europea.