I vini in concorso sono stati complessivamente 380 suddivisi in 21 categorie. I premi sono andati ai primi due che hanno ottenuto il punteggio migliore dalle due giurie, una nazionale e una internazionale, composte da 32 tra operatori, buyer, wine expert e giornalisti di settore italiani ed esteri. Per alcune batterie, con pochi vini, il premio è stato assegnato solo al primo classificato.
Quest’anno Radici del Sud ha realizzato e pubblicato un video all’interno del quale Nicola Campanile, organizzatore dell’evento, spiega le procedure del concorso. Un modo per illustrare la correttezza e trasparenza del concorso.
Spulciando tra le classifiche si intravedono delle novità, che esaltano i vitigni autoctoni e le loro peculiarità anche a dispetto dei territori cru.
Per i vini della Campania bianchi da Falanghina, sia la giuria nazionale che quella internazionale convergono su due bottiglie Igp, La Falanghina del Sannio 2013 di Torre Venere in Igp Campania, premiata dalla giuria internazionale, mentre i giudici italiani hanno preferito una Falanghina 2014 di Cantina Sanpaolo, Igp Falanghina Beneventano. Segno che questo vitigno, anche fuori dalle zone cru riesce ancora a far parlare di sé.
In Puglia succede qualcosa di simile con il Nero di Troia. La giuria internazionale assegna il primo premio a Puer Apuliae 2009 in Doc Castel del Monte, dell’azienda Rivera, che scavalca, al secondo posto un vino dell’omonima Docg, Ottagono 2011, dell’azienda Torrevento. Mentre la giuria nazionale accorda la sua preferenza ad un vino giovane, Donna Clelia 2012, in Doc San Severo presentato dall’azienda Leonardo Pallotta.
A confermare le previsioni della vigilia è invece il risultato sui vini calabresi da Gaglioppo. Primo premio della giuria internazionale a Don Giuvà 2012, una Doc Cirò classico Superiore della Vini Du Cropio. Mentre la giuria nazionale premia il Cirò Rosso Classico superiore del 2012 di Tenuta Del Conte.