La storia di famiglia sorregge, sin dalle origini, l'impalcatura dell'odierna azienda vitivinicola Argiolas.
Il nonno prima, il padre poi ed ora i fratelli Franco e Giuseppe, hanno con passione e determinazione imboccato la strada della viticoltura di qualità.

Attraverso un percorso di rinnovamento iniziato nel 1985 dai fratelli Argiolas, oggi al timone dell'azienda, la produzione ha infatti virato con decisione seguendo l'impostazione dettata da canoni di modernità tecnologica e tradizione strutturale.

Nel centro di Serdiana in provincia di Cagliari, fra case di pietra e mattoni di terra cruda, si apre il cortile circondato da vecchi e nuovi edifici sapientemente integrati, della cantina Argiolas luogo di ospitalità e cultura del vino ma non solo.
I vigneti, 220 ettari circa, in media collina con vista sul mare di Porto Pino, eletti a veri e propri giardini rispettosi della cultura della vite e del territorio, producono uve cannonau, carignano, bovale sardo, vermentino, monica, malvasia, nuragus e nasco che diverranno altrettanti vini di qualità.

La lavorazione delle uve vive le sue fasi nelle antiche mura della moderna Cantina Argiolas offrendo produzioni Igt e Doc tra cui Costera, Pedrera, Cannonau di Sardegna. Ad essi si affiancano le produzioni di Angialis, vino dolce da uve nasco e malvasia di Cagliari delicatamente appassite che riposa per qualche mese in barrique prima di tornare in tino nell'attesa di essere imbottigliato. Ma tra tutti, senza dubbio il più famoso dei vini Argiolas è il Turriga ottenuto da uve cannonau, carignano e bovale con piccole aggiunte di malvasia nera.

Scegliendo la ristorazione e le enoteche quali canali commerciali, la produzione aziendale è rivolta al mercato italiano per un 50 per cento circa del totale – due milioni di bottiglie all'anno – e a quello europeo e mondiale – tra cui Russia, Cina, Giappone e Australia – per la restante parte.

Realtà moderna, attenta alle esigenze del mercato e dell'ambiente, la Cantina Argiolas nel 2010 aderisce al progetto Magis cui destina inizialmente un ettaro della propria superficie vitata.
Il punto d'incontro tra azienda Argiolas e Magis - spiega Antonio Argiolas responsabile aziendale del progetto Magis - è sicuramente la necessità di trovare un approccio scientifico sull'applicazione in campo della lotta integrata”.

Tra i punti di forza del progetto Antonio individua il supporto scientifico fornito dalla componente universitaria, partner di Magis, dai tecnici che sottolinea Antonio “vantano esperienza in campo di tanti anni” e dalle aziende vitivinicole di tutta l'Italia anch'esse parte di Magis.

 

Vigneti Serdiana

Presenti, tuttavia, nel progetto anche diversi punti migliorabili che l'esperto aziendale pone in evidenza spiegando come sia, a suo parere, carente la presenza in campo di questo gruppo di esperti che, ritiene, "dovrebbero confrontarsi con maggiore frequenza con i tecnici che operano in vigneto".

Parlando di risultati osservabili dopo qualche anno di applicazione del protocollo, “non ci sono differenze a livello produttivo – spiega Antonio - e nemmeno per quanto riguarda la gestione aziendale degli interventi in campo. Si osserva, a livello ambientale, una maggior attenzione nella scelta del tipo di prodotto e del numero di trattamenti in campo.
Per quanto riguarda, infine, i risultati a livello economico e commerciale per il momento non abbiamo riscontrato vantaggio, anzi in alcuni casi si è registrata una spesa maggiore.
Ciò che pensiamo possa rappresentare un vantaggio in termini di visibilità – prosegue – è l'eco che potrebbe avere la presenza del comitato tecnico scientifico nel progetto a livello di stampa non solo specifica di settore.

L'analisi dei risultati ottenuti nei due anni di applicazione ha, in ogni caso, permesso di evidenziare, nel 2010, una bella differenza in fase di gestione dell'appezzamento Magis. Differenza, purtroppo ridotta in fase di vendemmia per la presenza fuori dalla norma di peronospora. Nel 2011 – conclude – al contrario, si è riscontrata una totale assenza di malattie”. 

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