Aumenta nel primo trimestre 2011 l'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori ma, contemporaneamente, cresce anche quello dei prodotti venduti.

E' quanto emerge dai dati diffusi dall'Istat. Per il primo trimestre 2011 si registra un aumento congiunturale dell'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori di 3,4 punti percentuali e di 6,4 tendenziali, oltre a una crescita del 3,5% congiunturale e del 12,8% tendenziale dell'indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori.

In particolare, da notare tra questi ultimi un aumento del 5% congiunturale e del 16,4% tendenziale dei prodotti vegetali accompagnato da un aumento dell'1,8% congiunturale e del 7,6% tendenziale per animali e prodotti animali.

Dando uno sguardo ai dati pubblicati in merito agli indici mensili dei prodotti venduti dagli agricoltori si osserva, su base tendenziale, un rallentamento a partire dal mese di febbraio, con il tasso di variazione che passa dal 13% di gennaio al 12,5% di febbraio fino ad attestarsi all’11,2% di marzo.

Una situazione secondo Cia che “pur rappresentando una boccata d'ossigeno per le imprese, non è sufficiente a far ripartire i redditi dei produttori agricoli costretti a 'sborsare' solo nel primo trimestre 2011 il 12,6% in più per energia e lubrificanti; il 13,1% in più per i mangimi e il 14,6% in più per i concimi”. Questi, infatti, i dati diffusi dall'Istituto di Statistica in merito agli incrementi tendenziali dei prodotti acquistati dagli agricoltori.

Per ridare fiato” prosegue Cia, “ai redditi degli imprenditori agricoli” che, come sottolinea Confagricoltura in cinque anni sono scesi di oltre il 16 punti percentuali a fronte di un aumento di 14 punti percentuali registrato dalla media europea, “occorrono” prosegue la Cia, “interventi mirati per ridurre oneri e gravami che penalizzano la competitività delle imprese agricole".

Il vero problema” aggiunge Coldiretti, “è l'altalena dei prezzi. L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi fino alle materie prime come grano, mais e soia, dove hanno provocato una insostenibile volatilità dei prezzi. Garantire la stabilità dei prezzi” conclude l'associazione, “in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico".

Dello stesso parere Rocco Tiso, presidente nazionale Confeuro secondo cui “il rilancio del comparto agroalimentare non può che passare attraverso un controllo sulla crescita dei prezzi delle derrate alimentari e l'attuazione di politiche di sostegno a favore degli agricoltori per contenere i loro costi di produzione”.