Il singolo vigneto più esteso del mondo non si trova in Francia e neppure in Italia o in Spagna, storici Paesi produttori di vino. Non è neppure in Cina, in Australia o in Argentina, Stati in cui la viticoltura è in forte espansione.

Per trovare la vigna più grande bisogna guardare al piccolo Montenegro. Uno Stato grande quanto la nostra Campania, con una popolazione che non arriva al milione di abitanti, ma che ospita un vasto vigneto di 2.300 ettari, dove sono state messe a dimora 11,5 milioni di barbatelle.

Un vero e proprio mare verde, di proprietà della società Plantaže, che produce ogni anno circa 16 milioni di bottiglie vendute in oltre quaranta Paesi al mondo. L'impianto nasce negli anni Sessanta, ai tempi del colonnello Tito, quando due aziende agricole nella zona di Cemovsko Polje, Danilovgrad e Virpazar, decisero di unirsi dietro pressioni governative per rendere produttiva un'ampia area a Sud della capitale Podgorica.
 
La preparazione dell'impianto negli anni Sessanta
La preparazione dell'impianto negli anni Sessanta


Lo sviluppo di Cemovsko Polje

Il terreno prescelto era calcareo, ricco di scheletro, per niente adatto ad ospitare colture 'prioritarie' per l'alimentazione umana come il frumento o il mais. E così si optò per la vite, in particolare vennero scelte le varietà tipiche locali, quali Vranac, che copre quasi il 70% del vigneto, e Krstac, affiancate oggi da vitigni internazionali.

Negli anni la piana soleggiata di Cemovsko Polje si è dimostrata essere perfetta per la viticoltura. La vicinanza con il mare Adriatico permette di avere inverni temperati ed estati non troppo calde. Mentre l'acqua è fornita dagli affluenti del lago Skadar, a pochi chilometri dall'impianto, e dai ventitré pozzi scavati per poter irrigare le viti.
 

Gli agronomi della società non hanno vita semplice a gestire la difesa fitosanitaria di questo mega vigneto, con squadre di trattoristi che si alternano per difendere le viti dalle malattie fungine e non solo.

Ma l'uniformità e l'ampiezza del vigneto sono anche ideali per studiare diversi approcci agronomici. È stato ad esempio pubblicato nel 2019 un articolo che mette in relazione la gestione 'di precisione' dell'irrigazione di alcune parcelle con la produzione di vino. L'obiettivo è infatti quello di fornire alle viti la giusta dose di acqua per ottenere uve di elevata qualità.
 
Il terreno è ricco di scheletro
Il terreno è ricco di scheletro

A dispetto di quanto si possa pensare la vendemmia non è meccanizzata, anzi, il 95% delle 220mila tonnellate di uve prodotte viene raccolto a mano, impiegando circa 2mila persone, che nei mesi di agosto e settembre popolano il vigneto recidendo a mano i grappoli.

Ad oggi il 95% della produzione di vino in Montenegro fa capo a Plantaže, ma il Paese non è certo tra i top player a livello mondiale in quanto a produzione di vino. In testa troviamo l'Italia e la Francia, che si contendono il primato. Seguono poi la Spagna e a distanza gli Stati Uniti. Più giù l'Argentina, il Cile e l'Australia. In ottava posizione il Sud Africa, seguito dalla Cina e da Germania e Portogallo. Mentre il Montenegro è in coda alla classifica.