“La visibilità dell’Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l’agroalimentare italiano per contrastare anche quei fenomeni di Italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo. L’Unesco oggi ha riconosciuto che il cibo non è solo un prodotto commerciale ma il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la capacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo”.
Il negoziato, guidato dal professor Pierluigi Petrillo, conferma l’impegno del ministero dell’Agricoltura in ambito Unesco: pochi giorni fa ricorreva il primo anniversario dell’iscrizione della pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Unesco, la prima pratica agricola al mondo ad ottenere questo risultato. E sempre lo scorso anno è stata ottenuta l’iscrizione nella Lista dei patrimoni culturali materiali dell’Unesco del primo paesaggio vitivinicolo, quello delle Langhe-Roero e Monferrato. Parma è la prima città italiana ad ottenere questo riconoscimento.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Mipaaf - Ministero delle politiche agricole alimentari forestali