"Il no del ministero dell'Economia alla procedura accelerata per approvare il disegno di legge Pdl-Pd-Udc che alza al 20% il contenuto minimo di succo di frutta nelle aranciate rappresenta una grave presa di posizione a favore di poche grandi industrie produttrici e contro decine di milioni di consumatori e molte decine di migliaia di imprese agrumicole".

Questo il giudizio di Emilio Ferrara, segretario generale di Unimpresa Agricoltura.

"Con la proposta della maggioranza si cerca finalmente di cambiare una norma che permette di vendere l'acqua come fosse succo sulla base di una normativa del 1961 con la quale si prevede che le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che contengano appena il 12% di succo di agrumi vero – spiega Ferrara – Un inganno per i consumatori che mette di fatto in difficoltà anche gli operatori della filiera agrumicola che vedono compromessa una possibilità di collocazione del prodotto, considerando che ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12% corrisponde all'utilizzo di 25 milioni di chili in più di agrumi".

Per il segretario generale di Unimpresa Agricoltura, inoltre, non meno rilevante è che l'aumento del succo contenuto nelle aranciate avrebbe effetti positivi anche per la salute dei consumatori, in un Paese come l'Italia dove soprattutto tra i più giovani c'è uno scarso consumo di frutta.