E' già un primo segnale”. Così si è espresso il ministro Mario Catania in seguito all'annuncio del Commissario europeo all'agricoltura Dacian Cioloş, di voler creare un Gruppo ad alto livello per trattare il dossier dei diritti di impianto dei vigneti in Europa.

Evidentemente Ciolos comincia a ritenere che la questione non possa essere archiviata come forse la Commissione europea riteneva – ha proseguito Catania -. Sono convinto che se ci sarà il Gruppo, potrà emergere una richiesta forte e largamente maggioritaria per una prosecuzione del regime dei diritti nel settore. L'Italia - ha sottolineato - giudica opportuna e indispensabile la revoca di quanto al momento stabilito dalla revisione della riforma della Pac”.

 

La questione

In base a quanto definito fino ad ora, dal 31 dicembre 2015 il sistema dei diritti d'impianto per le vigne sparirà.

Tale strumento, volto a regolamentare le produzioni evitando eccessi sia quantitativi che di fluttuazione dei prezzi, impedisce di impiantare nuovi vigneti a meno che non si sia in possesso dei relativi diritti o che, per esigenze di mercato, vengano ampliati i siti produttivi attingendo dalle riserve di diritti regionali.
Contrarie al provvedimento oltre all'Italia che sostiene di voler tutelare la qualità del vino made in Italy, anche Francia, Germania e Spagna.

 

Via il vecchio per il nuovo

Secondo quanto sostenuto dalla Confederazione italiana agricoltori, l'azione intrapresa da Cioloş costituisce un riconoscimento per il settore vitivinicolo, simbolo strategico dell'agricoltura mediterranea e di molti paesi dell'Unione.
Occorre, però, rafforzare il legame con il territorio e organizzare la filiera con strumenti innovativi – ha chiarito la Cia -. Creare un Gruppo ad alto livello sarà utile per analizzare lo stato di salute e gli scenari futuri della vitivinicoltura europea e rappresenta un'occasione per proiettare il comparto verso un ulteriore sviluppo, prefigurando politiche più adeguate.

La Cia non ritiene opportuno – hanno, in conclusione, fatto sapere - concentrare l'attenzione alla difesa di strumenti cristallizzati, che limitano il dinamismo del settore; occorre organizzare la filiera con strumenti innovativi”.