"Spengo la luce e riconsegno le chiavi. Avrei voluto parlare solo di agricoltura, ma sono costretto a discutere di mercati e di speculazioni finanziarie che decidono delle sorti politiche dei vari Paesi e condizionano la formazione dei governi”. Sono state queste le parole pronunciate dell'ex ministro Saverio Romano nel discorso di chiusura del primo Forum nazionale dell'Agricoltura tenutosi nel polo fieristico di Cremona venerdì 11 e sabato 12 novembre.

Nelle intenzioni di Romano - e comunque prima della nomina del suo successore, Mario Catania, il Forum si proponeva di affrontare le problematiche che il nuovo scenario impone.

Questo Forum” ha affermato Romano, “vuole essere uno strumento per ritrovare unità, condivisione e prospettiva in una fase in cui a livello europeo è in atto un negoziato importantissimo sulla futura politica agricola”.

Per Giuseppe Politi, presidente della Confederazione italiana agricoltori, il Forum "indetto senza prima aver individuato un filo conduttore con un confronto articolato e approfondito tra i soggetti dell’agroalimentare e del sistema economico finanziario, è stato "un appuntamento mancato". Come già per le Conferenze sull’agricoltura del 1961 e 1978, l'evento doveva disegnare una nuova e moderna agricoltura pronta ad affrontare le sfide della nuova Pac e di un’economia globalizzata. Ciò non si è realizzato. Ora” ha concluso Politi, “con il nuovo governo occorre un confronto serio per un progetto di riforma agraria nazionale indispensabile per affrontare le sfide della Pac post 2013”.

Pac che, ha affermato il ministro, è sostenuta dalla proposta presentata dal Commissario Dacian Cioloş, che “non ha un’anima, non ha un modello e finisce col penalizzare le agricolture di qualità come la nostra, scoraggiando di fatto la produzione in quanto tale”.

Nel merito, il presidente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama Paolo Scarpa Bonazza intervenendo al forum, ha ricordato che è stata approvata in Senato ed alla Camera una mozione di indirizzo sulla riforma della Pac; ottimista circa le possibilità di modificare la proposta di riforma, Paolo De Castro presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, “grazie”, spiega, “ai nuovi poteri dell'assemblea di Strasburgo”.

Al termine del Forum è stato consegnato all'ex ministro un documento congiuno delle quattro principali organizzazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri, con le proposte sulla riforma della Pac: dalla richiesta di aumentare il peso decisionale dell'Italia, in quanto contribuente netto su tutte le politiche comunitarie, a quella pe una ridistribuzione dei fondi del primo pilastro con criteri oggettivi che tengano conto della Sau effettiva ma anche dell'occupazione agricola, della Plv e del tasso di ruralità.

Tra i punti del documento anche la richiesta di un superamento graduale del criterio storico di calcolo dei pagamenti diretti e quella di lasciare allo stato membro la possibilità di elaborare la definizione di 'imprenditore attivo'. Inoltre, per quanto riguarda il Greening, si richiede di inserire tra le misure previste le colture mediterranee.

Infine, le richieste per le reti di sicurezza anti crisi e per strumenti di compensazione.

Considero di grande valore politico il documento che costituirà la base su cui sviluppare una proposta italiana per l’agricoltura del futuro” ha commentato il ministro nel suo discorso di chiusura. “Le organizzazioni oggi raggiungono una sintesi e una posizione unitaria, raccogliendo l’invito che avevo loro rivolto”.

Il documento, spiega Verrascina presidente Copagri, “sarà ora sottoposto anche alle altre componenti della filiera: cooperative, sindacati dei lavoratori e Federalimentare, in vista dell'appuntamento con il commissario all'agricoltura Dacian Ciolos, di cui e' prevista una vista in Italia il 18 novembre. Ora”, ha concluso, “non ci sono più alibi circa le divisioni della rappresentanza e la parola passa alla politica”.