“Dobbiamo spingere sull’acceleratore per permettere al vino, emblema del made in Italy, di crescere sui mercati esteri e di continuare a fare da traino all’export agroalimentare”.

Lo ha detto il presidente dei giovani di Confagricoltura, Nicola Motolese intervenendo al convegno "Opportunità e limiti della nuova legge sulle denominazioni di origine dei vini”, organizzato da Paola Corsinovi presidente Anga Firenze in collaborazione col Consorzio Vino Chianti Classico, che si è tenuto a San Casciano in Val di Pesa, Firenze.

L’Anga sottolinea la crescita vivace registrata dal vino italiano nelle aree emergenti dell’Europa dell’Est, dell’Asia Centrale, dell’Oceania e dell’America del Sud. “E il merito va tutto ai produttori italiani - afferma Motolese - che sono stati capaci più dei nostri concorrenti europei di confrontarsi in un contesto globale economicamente difficile”. 

La rapidità con cui è stato varato il decreto 61, già operativo, ha spinto i giovani di Confagricoltura a confrontarsi con le imprese del Chianti Classico sulle politiche di sviluppo del sistema vitivinicolo. “La velocità è stata importante, prosegue, ma i decreti attuativi in discussione in questi giorni dovranno affrontare i temi caldi come quello dei controlli, che devono essere efficaci, quindi più semplici e proporzionati al pregio del prodotto”.

“Oltre al saper fare e al saper innovare, caratteristica che ritroviamo nelle tante imprese dei giovani agricoltori - sostiene Nicola Motolese - c’è bisogno di semplificazione normativa e di meno scartoffie: la qualità paga sul mercato, ma non facciamo pagare la qualità con i costi della burocrazia. Solo così il vino che verrà, secondo i giovani di Confagricoltura, potrà dare la giusta soddisfazione in termini di valori remunerativi e di mercato”.