Ad Agritechnica 2025, Syngenta ha celebrato il suo venticinquesimo anniversario con uno sguardo verso il futuro dell'agricoltura. Durante un evento, l'azienda ha posto al centro del dibattito il ruolo dell'intelligenza artificiale e il suo potenziale per ridurre le disuguaglianze nel mondo agricolo. La domanda di fondo, posta sin dal titolo dell'iniziativa, è chiara: "AI in Agriculture - A Question of Equity" (Intelligenza artificiale in agricoltura: una questione di equità).
Il momento clou dell'evento è stato il lancio ufficiale di Cropwise Open Platform, una piattaforma digitale aperta che permette agli sviluppatori di terze parti di costruire soluzioni agronomiche integrate con i dati e le tecnologie di Syngenta tramite API. Un passo deciso verso una logica di open innovation volta ad offrire agli agricoltori soluzioni a 360°.
Una piattaforma aperta per un'agricoltura più inclusiva
Cropwise™ è la piattaforma digitale di Syngenta lanciata nel 2020 e già attiva in oltre trenta Paesi, con più di 70 milioni di ettari monitorati. Fino ad ora utilizzata internamente o attraverso partner selezionati, con la nuova versione open diventa un ecosistema collaborativo, a cui possono accedere sviluppatori, startup e fornitori di servizi digitali.
"La piattaforma rappresenta un passo significativo per colmare l'iniquità che esiste nell'adozione della tecnologia in agricoltura", ha dichiarato Feroz Sheikh, chief Information and Digital Officer del Gruppo Syngenta. "Vogliamo mettere gli agricoltori al centro, offrendo loro la possibilità di scegliere le applicazioni più adatte senza dover rinunciare al controllo sui propri dati".
L'approccio è chiaro: aprire un'infrastruttura digitale solida, fondata su decenni di ricerca agronomica e competenze in intelligenza artificiale, per accelerare lo sviluppo di soluzioni su scala globale. L'obiettivo è raggiungere i 100 milioni di ettari entro il 2030. Bisogna poi considerare che aprendo la sua piattaforma a terzi, Syngenta potrebbe trasformare Cropwise™ in un unico touch-point per tutte le esigenze digitali degli agricoltori, evitando che questi ultimi si rivolgano a terzi per soddisfare i propri bisogni.

Un momento della tavola rotonda organizzata da Syngenta durante Agritechnica 2025
(Fonte foto: Michela Lugli - AgroNotizie®)
Le evidenze della ricerca Ipsos: un divario da colmare
A rendere ancora più urgente questa apertura è la fotografia scattata da una ricerca condotta da Ipsos in collaborazione con Syngenta (scaricabile in questa pagina), che ha coinvolto agricoltori in otto Paesi. I risultati parlano di un divario tecnologico crescente tra grandi e piccole aziende.
I farmer più strutturati stanno adottando rapidamente tecnologie digitali e strumenti basati sull'intelligenza artificiale. Al contrario, le realtà più piccole restano indietro, frenate da barriere economiche, difficoltà di accesso a una connessione internet stabile e da una percezione dell'intelligenza artificiale come qualcosa di complesso e poco trasparente.
Nonostante ciò, l'interesse non manca. Molti agricoltori, anche tra quelli più anziani, utilizzano strumenti che impiegano tecnologie di intelligenza artificiale senza rendersene conto, come droni o sistemi di mappatura satellitare. Tuttavia, ciò che frena l'adozione consapevole è la mancanza di fiducia, il timore del "black box" dell'intelligenza artificiale e l'assenza di risultati locali tangibili, che dimostrino l'efficacia delle nuove soluzioni.
L'intelligenza artificiale deve diventare invisibile
Un tema ricorrente durante l'evento è stato quello della semplicità d'uso. L'intelligenza artificiale non deve essere un ostacolo, ma uno strumento che lavora "dietro le quinte". Feroz Sheikh ha usato una metafora efficace: "Quando accompagno i miei figli a scuola, uso il navigatore. So già la strada, ma l'intelligenza artificiale mi suggerisce il percorso migliore in base al traffico del momento. Così deve funzionare anche in agricoltura".
Syngenta punta a rendere l'intelligenza artificiale intuitiva e localizzata, accessibile anche nella lingua madre degli agricoltori (che sia l'italiano o l'hindi), per fornire raccomandazioni precise e contestualizzate, basate su modelli predittivi e dati storici. L'obiettivo è costruire un ponte digitale che riduca le disuguaglianze, non che le ampli.
Nel corso del panel di discussione che ha seguito la presentazione, è emerso come anche nei mercati più avanzati, come l'Europa, l'adozione del precision farming sia ancora limitata, nonostante la diffusione delle attrezzature. Solo il 20-30% degli agricoltori europei applica tecnologie di precisione nella semina o nella fertilizzazione, sebbene oltre il 70% si dichiari interessato.
Il problema è spesso legato alla mancanza di competenze e all'incertezza sui reali benefici economici. Syngenta cerca di risolvere questo problema effettuando test in campo, che consentono all'agricoltore di confrontare le sue pratiche tradizionali con le raccomandazioni generate da intelligenza artificiale. Un approccio sperimentale che aiuta a costruire fiducia e a facilitare l'adozione graduale delle tecnologie.
Un aspetto interessante emerso durante l'incontro è che Syngenta non si limita a offrire intelligenza artificiale agli agricoltori, ma la utilizza anche internamente. Il progetto AI Lighthouse consente di migliorare la catena di approvvigionamento, la ricerca e lo sviluppo e persino l'attività dei consulenti tecnici. Questi ultimi, ad esempio, possono accedere agli stessi modelli predittivi forniti agli agricoltori, offrendo raccomandazioni più puntuali e personalizzate.
Uno sguardo sulla ricerca: cosa pensano gli agricoltori dell'intelligenza artificiale
Per contestualizzare il ruolo dell'intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali nel panorama agricolo mondiale, Syngenta ha commissionato ad Ipsos una indagine che ha coinvolto oltre settantacinque agricoltori e tecnici in cinque Paesi chiave (tra cui Stati Uniti, Brasile, Francia, India e Cina). Il sondaggio aveva l'obiettivo di capire come viene percepita l'intelligenza artificiale nel settore agricolo e quali ostacoli ne limitano l'adozione su larga scala.
Il primo dato che emerge è la forte aspettativa positiva: oltre il 70% degli agricoltori intervistati ritiene che l'intelligenza artificiale potrà avere un impatto positivo sul proprio lavoro. Tuttavia, solo una piccola minoranza (6%) la utilizza già regolarmente, a testimonianza di un forte divario tra percezione e adozione reale.

La ricerca Syngenta ha suddiviso gli agricoltori in quattro cluster a seconda della loro predisposizione ad innovare
(Fonte foto: Syngenta)
La ricerca mette in luce una polarizzazione crescente: le grandi aziende agricole stanno implementando rapidamente soluzioni digitali, mentre le più piccole restano frenate da barriere economiche, infrastrutturali e culturali. I piccoli agricoltori, in particolare, segnalano difficoltà legate ai costi, alla scarsa connettività internet nelle aree rurali, ma anche a una mancanza di formazione tecnica e a una sfiducia generale nei confronti della tecnologia.
Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio riguarda la percezione dell'intelligenza artificiale come una sorta di scatola nera. Molti agricoltori ammettono di non comprenderne il funzionamento e di non sapere su quali basi vengano fatte le raccomandazioni. Questo genera una resistenza culturale, che non può essere superata solo con nuovi strumenti, ma che richiede trasparenza, localizzazione linguistica e semplicità d'uso.
Altro elemento critico riguarda la governance dei dati: l'indagine rivela che il controllo delle informazioni è fondamentale per creare fiducia. Gli agricoltori vogliono sapere come vengono raccolti, trattati e utilizzati i loro dati e chiedono garanzie sulla protezione della privacy e sulla possibilità di decidere a chi concedere l'accesso.
In sintesi, la ricerca Ipsos mostra chiaramente che l'intelligenza artificiale in agricoltura ha un enorme potenziale, anche percepito, ma potrà essere davvero trasformativa solo se accompagnata da politiche di inclusione tecnologica, investimenti in formazione digitale e soluzioni pensate anche per chi ha meno risorse e competenze tecniche. È su queste premesse che Syngenta ha dichiarato di voler proporre un'intelligenza artificiale equa, capace di potenziare ogni agricoltore, indipendentemente dalle sue dimensioni o dalla sua posizione geografica.































