Tempo di bilanci per il Consorzio di tutela della denominazione di origine controllata Prosecco, con la vendemmia 2018 che sembra voler far dimenticare a tutti la difficile annata precedente.

"Il clima più che mai favorevole ha caratterizzato una vendemmia eccezionale per tutti - ha dichiarato Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc - è fondamentale ricordare che la nostra denominazione è regolata da un disciplinare con regole ben precise, in cui viene stabilita la resa massima consentita per ogni vigneto e le caratteristiche organolettiche dell'uva. Il raccolto, dai primi dati, è assolutamente in linea con le attese. Anche la tolleranza produttiva viene regolata dal disciplinare e, per quest'annata eccezionale, potrà essere accantonata una riserva vendemmiale che servirà eventualmente a fronteggiare annate particolarmente infelici".
 

Scenari internazionali

I mercati sembrano perfettamente in linea con la pianificazione del Consorzio: nei primi nove mesi dell'anno in corso, le vendite di Prosecco Doc si attestano essere cresciute a livello mondiale del +5%.

Oltre al raggiungimento dell'equilibrio tra domanda e offerta, si sono registrati anche un importante aumento del valore e l'avvio di una diversificazione sul fronte dei mercati esteri.

"La nostra quota export pari al 75% della produzione complessiva, si era concentrata su alcuni paesi chiave" ha puntualizzato Zanette. "Regno Unito, Stati Uniti e Germania, da soli se ne accaparravano circa i due terzi. Un rischio elevato in ogni caso, basti pensare a situazioni come la Brexit o l'eventualità paventata dagli Usa di introdurre dei dazi. Da qui la volontà di estendere la rosa dei mercati chiave e il conseguente impegno sul fronte della promozione mirata. Quest'anno arrivano i primi risultati".

"Ad esempio il Regno Unito. A fronte di una leggera flessione pari al -2,3% - ha continuato il presidente - abbiamo registrato un aumento del 4,9% sul valore, quindi sui fatturati, ed era uno degli obiettivi da noi perseguiti. L'altra constatazione riguarda invece lo sviluppo di mercati per noi 'emergenti' che aiutino a spalmare la quota export diminuendo il rischio generato da una eccessiva concentrazione. Possiamo citare la Russia che dopo alcuni anni di flessione registra un balzo del +28% negli ordini, o Taiwan con un +115%, o ancora la Polonia con +84,1% o il Belgio con +63,9".

"Singolare - ha concluso - il trend della Francia, paese nel quale per rispetto delle produzioni dei cugini d'Oltralpe non abbiamo mai intrapreso campagne di promozione, e nonostante ciò è diventato il nostro quarto mercato e quest'anno registra un ulteriore +26%. Infine Australia (+38,5%) e Svezia (+40,4%) suggellano una passerella di mercati relativamente nuovi e particolarmente performanti. Mentre tra gli storici, oltre al già citato Regno Unito, segnaliamo gli Usa, nostro secondo mercato, con +3,8% e la Germania che con il suo +12,5% si conferma al terzo posto del podio internazionale".

Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela

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