L'intervento del legislatore, contenuto all'interno del testo del Decreto sviluppo divenuto legge dello stato, prevede l'adeguamento dei programmi di azione e la revisione delle zone considerate vulnerabili da nitrati di origine agricola disponendo che, nella fase transitoria, anche nelle aree fino ad oggi considerate vulnerabili si applichino le disposizioni previste per le zone non vulnerabili.
La delimitazione delle nuove aree sensibili dovrà avvenire entro un anno al massimo.
"E’ una norma molto importante che allunga di un uleriore anno il tempo a disposizione degli allevatori per completare gli interventi di adeguamento alla direttiva – è il commento di Giambattista Merigo, presidente di Unicaa, centro di assistenza agricolo operante su tutto il territorio nazionale.
Per molte aziende si tratterà di una vera e propria boccata d’ossigeno; non è infatti esagerato dire che i contraccolpi di questa normativa, in alcune regioni italiane, potrebbero essere di portata ben maggiore rispetto all’annosa vicenda delle quote latte”.
"E' stato fatto un passo determinante per salvare gli allevamenti italiani e un terzo della produzione nazionale di prosciutti e formaggi a denominazione di origine - scrive Coldiretti in un comunicato -. Adesso si possono scrivere nuove regole che tengano conto della realtà complessa e variegata che comprende anche gli scarichi urbani e le industrie".
Accanto alla soddisfazione però anche una realistica dose di preoccupazione per la compatibilità del provvedimento con la legislazione europea. "Al di là di tale considerazione - dice Merigo -, è importante evitare che la proroga ingeneri l’illusione che la norma non verrà mai applicata; ciò avrebbe un duplice risvolto negativo facendo sentire preso in giro chi si è già adeguato e portando chi ancora lo deve fare, a non adeguarsi nemmeno nel corso del 2013".
"Precedenti esperienze – fa notare la Federazione dei dottori agronomi e forestali della Lombardia per voce del suo presidente Giorgio Buizza - dimostrano che i problemi non risolti si aggravano e provocano conseguenze dirompenti e incontrollabili. La stessa applicazione della direttiva nitrati si trascina in Italia da molti anni senza che soluzioni efficaci siano ancora state attuate".
Una soluzione potrebbe essere contenuta nell'approvazione e applicazione della norma sul riconoscimento del digestato come fertilizzante equiparato ai concimi di origine chimica e quindi utilizzabile nel rispetto della direttiva nitrati. La bozza del decreto interministeriale, già predisposta dal ministero dell’agricoltura, è ora nelle mani del ministero dell’ambiente.
“Una rapida approvazione del decreto – conclude Merigo -, consentirebbe di valorizzare gli effluenti di allevamento sia dal punto di vista energetico che agronomico; è possibile attuare buone pratiche agricole - conclude -, solo grazie alla sperimentazione scientifica e alla presenza di imprenditori disposti ad avvalersi di un supporto tecnico e professionale qualificato".