Servono tempi certi, le imprese e il paese hanno assoluto bisogno di certezze” a dirlo Elsa Bigai direttore del Caa – Centro assistenza agricola Coldiretti, in piazza a Roma insieme a migliaia di agricoltori, davanti alla sede di Agea – l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura.

La protesta di due giorni ha coinvolto agricoltori arrivati da Sicilia, Puglia, Basilicata, Marche, Piemonte, Lazio ma anche esponenti Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, e Abruzzo. Tutti con la medesima richiesta: essere pagati.

 

Le ragioni della protesta

Sono almeno quarantamila secondo le stime della Confederazione i crediti inevasi dallo Stato - rappresentato in questo caso da Agea - a danno degli agricoltori che in attesa di importi relativi anche al 2007 chiedono che fine abbiano fatto i soldi che gli spettano. “Siamo di fronte ad uno Stato a due facce – scrive Coldiretti in un comunicato -, inflessibile con Equitalia quando chiede ma lento e insolvente con Agea quando deve dare.

Ci aspettiamo che il re-insediato presidente Dario Fruscio – ha dichiarato il presidente della confederazione, Sergio Marini - che aveva avviato un processo di efficienza e di trasparenza, possa riprendere con determinazione quel percorso per risolvere i casi del passato, ma anche per migliorare la futura gestione nell’interesse dell’agricoltura italiana”.

 

Diretta dalla piazza

Presente alle giornate di protesta, Bigai spiega ad Agronotizie, che gli agricoltori arrivati dopo lunghissimi viaggi notturni, hanno almeno avuto la soddisfazione di vedere ascoltate le proprie rimostranze.
Agea, infatti, ha dato singola audizione a ciascun manifestante che, accompagnato dal dirigente di riferimento, ha avuto modo di esporre la propria problematica per vedere finalmente aperta e analizzata la propria pratica.

Nella maggior parte dei casi, verificata la ragione del blocco è stata riconosciuta la corretta posizione dell'agricoltore – fa sapere Bigai – con il conseguente sblocco.
Ciò non presuppone l'immediato pagamento – specifica –, quindi, si dovrà continuare a monitorare la pratica e verificare se, come dichiarato oggi, la liquidazione avverrà entro un mese”.

 

Ma perché tanto ritardo?

Tra le ragioni ipotizzabili dell'inaccettabile ritardo di Agea, intoppi, disguidi, volumi enormi di pratiche, casistiche infinite e perché no errori imputabili alla 'filiera' di persone che si occupano delle pratiche; il punto è che troppo spesso e per troppi casi il meccanismo si inceppa.

I dati riportano pagamenti fino al 99% delle richieste ricevute; ma le aziende che si celano dietro a quell'1% inevaso sono migliaia – spiega Bigai sovrastando un sottofondo di fischi e voci -. La mancata erogazione dei fondi – aggiunge - aggrava gli effetti della crisi. Un'azienda agricola che chiude non fa rumore, ma sono già cinquantamila le aziende agricole sparite nel 2011 portando con sé oltre al danno per l'agricoltore anche ripercussioni sul territorio e sull'economia nazionale.

Ciò che chiediamo, oltre a quanto stiamo avendo oggi – prosegue la dirigente Coldiretti – è una gestione dedicata ed efficiente delle pratiche bloccate che non richieda la mobilitazione degli agricoltori ma che sia gestibile telematicamente o comunque a distanza. E' possibile – assicura Bigai - perché i casi risolvibili con queste modalità sono davvero molti.

Come l'impresa agricola ha tempi chiari e non prorogabili per fare la domanda – sottolinea -, ugualmente deve avvenire per la liquidazione dei premi che, nel caso di queste domande, dovrebbe verificarsi entro il 30 di giugno. Possono esserci blocchi, ma deve esistere una procedura concordata che dia risposte, positive o negative che siano, entro tempi certi. Oggi in piazza c'è Coldiretti – conclude -, ma evidentemente non è un problema solo nostro, la questione riguarda tutto il mondo agricolo”.