Produrre questa fruttapesche nello specifico “costa 45 centesimi di euro al chilo, voi consumatori la pagate 2 euro al chilo, a noi produttori la pagano 25 centesimi di euro al chilo”. Lo dicono Cia, Confagricoltura e Copagri promotrici lo scorso 22 luglio dell'iniziativa svoltasi a Faenza cui hanno preso parte oltre trecento peschicoltori.
Le richieste delle organizzazioni vanno dall'adeguamento ai nuovi scenari di mercato degli strumenti di difesa dalle crisi e delle strategie commerciali delle Op, fino all’equa ripartizione del valore aggiunto nella filiera.

Grave” per Enrico Gambi, presidente di Confagricoltura Ravenna, “l'assenza della politica e delle istituzioni, ma soprattutto” spiega, “soffriamo per le mancate scelte capaci di determinare la regolamentazione di questo prodotto".
Le organizzazion, grazie alla sottoscrizione di un protocollo, si sono impegnate a sviluppare una forte iniziativa nel mondo agricolo per incidere sull'esito della campagna in corso, oltre che a progettare azioni e strategie per ridare un futuro all'ortofrutta dei territori emiliano romagnoli.

Richiesti alla Commissione europea il rafforzamento dei meccanismi di prevenzione delle crisi di mercato e interventi urgenti per la crisi in atto, al Governo intese interprofessionali e alla Regione Emilia-Romagna il coinvolgimento delle organizzazioni firmatarie ai tavoli di definizione delle politiche.

Il quadro dei mercati ortofrutticoli nazionali per la frutta estiva è di generale debolezza, spiega Ismea. In particolare, “alla data del 10 luglio i prezzi all'origine delle pesche hanno subito una flessione su base settimanale del 18%. Rispetto allo stesso periodo del 2010 la riduzione oltrepassa il 26%. Evidenti i ribassi anche per le nettarine che” si legge, “hanno ceduto il 14% in una settimana e il 34% su base annua”.

Al ribasso i prezzi delle susine, in calo strutturale dell'8% e stenta a partire anche la commercializzazione per l'uva da tavola, fa sapere l'istituto, nonostante la buona qualità delle produzioni. Ciò sta alimentando non pochi timori tra i produttori.

Gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono passati da 450 chili a famiglia all'anno del 2000 a 350 chili del 2010" afferma Coldiretti che, in piazza a Torino, ha distribuito 10mila chili di pesche italiane ai poveri per denunciare le speculazioni nella filiera.
"Con questo gesto gli agricoltori” spiega Coldiretti “hanno voluto far conoscere il valore di prodotti alle tantissime persone che devono rinunciarvi per i proibitivi prezzi al dettaglio mentre nei campi è crisi profonda”.

 

E mentre il ministro Romano è impegnato a presentare Pesche in spiaggia - iniziativa pensata per  rispondere alla crisi economica e alle conseguenze per l'allarme E. coli - si è svotlo al Mipaaf un incontro con i rappresentanti di Ortofrutta Italia, guidata dal presidente Ottavio Guala e dai vice presidenti Nazario Battelli e Antonio Schiavelli, che hanno confermato l'interesse ad aprire un dialogo permanente con il ministro e con l'amministrazione, riservandosi la possibilità di far pervenire alcune proposte e suggerimenti per l'attivazione di un tavolo in sede ministeriale, cui far partecipare tutti gli operatori della filiera.