L'autunno rappresenta un periodo ideale per ottimizzare la nutrizione della vite. La concimazione post-vendemmia crea le premesse per una buona ripresa vegetativa ed influenza la fertilità delle gemme. Perché la nutrizione autunnale possa apportare effetti positivi alla coltura è necessario volgere l'attenzione alla radice. Essa, infatti, rappresenta l'organo principale di assorbimento delle sostanze nutritive, oltre ad essere il luogo deputato allo stoccaggio degli elementi di riserva. Gli stessi che saranno utilizzati dalla pianta al risveglio vegetativo. La radice, dunque, rappresenta l'anello di giunzione tra la chiusura di un ciclo vegetativo e l'inizio del successivo.
È importante sottolineare anche come la vite sia estremamente sensibile alle variazioni climatiche, ai cambiamenti di temperatura e alle condizioni meteorologiche avverse come gelate, grandinate e ondate di calore improvvise. Pertanto, il cambiamento climatico, i cui effetti quest'anno sono stati particolarmente evidenti, ci obbliga a prendere atto di una situazione avversa per la coltura e attivare comportamenti agronomici adeguati.
Il 2024 si è caratterizzato nel Nord Italia per un'elevata piovosità, con un aumento dell'80% rispetto alla media, una piovosità del 40% inferiore alla media nelle regioni del sud Italia e condizioni intermedie nelle zone del centro.
Se nel 2023 nel centro-Sud era stata la peronospora a danneggiare i raccolti, quest'anno l'emergenza è stata la carenza idrica, con previsioni di una sensibile riduzione delle rese della vite. Nel Nord Italia, invece, si è registrata la maggiore esposizione alle malattie fungine, causate da forti sbalzi termici e da precipitazioni frequenti, spesso molto intense, che hanno avuto un impatto negativo anche sul suolo con aumento della lisciviazione degli elementi nutritivi e in particolare dell'azoto. Nei casi di lunghi periodi di ristagno idrico si sono registrate ricadute negative sulla microfauna terricola, in particolare sulla frazione aerobica, con un impoverimento complessivo del microbioma.
La cura della vigna, della biodiversità, della permeabilità dei terreni e della ricchezza di microrganismi nei suoli sono aspetti chiave per far fronte al climate change, che condiziona la disponibilità e l'assorbimento dei nutrienti e altera i comportamenti vegeto-produttivi della pianta. Occorre bilanciare lo sfruttamento eccessivo delle riserve nutritive interne alla pianta con un'adeguata concimazione per mantenere un equilibrio ideale tra carico produttivo e vegetativo e salvaguardare il raccolto dell'annata successiva, in particolare quando le condizioni climatiche, come quest'anno, limitano gli interventi di concimazione primaverili. In questi casi si rende ancora più urgente reintegrare in post vendemmia le riserve nutritive della vite, sfruttando l'attività fotosintetica residuale autunnale.
(Fonte: Unimer)
Un parametro importante per migliorare la resilienza del sistema vigneto ai cambiamenti climatici è il contenuto di sostanza organica del suolo, uno degli indicatori fondamentali per determinarne la fertilità. La sostanza organica migliora le caratteristiche fisiche del suolo, la struttura, l'areazione e la capacità di ritenzione idrica, favorendo l'attività microbiologica. Con effetti positivi sulla capacità di scambio cationico, favorisce l'assorbimento dei nutrienti, evita eccessive perdite di azoto per lisciviazione mantenendo gli elementi nutritivi maggiormente disponibili per l'assorbimento radicale.
Un buon contenuto di sostanza organica umificata è fondamentale anche per avere una struttura del suolo in grado di drenare gli elevati quantitativi di acqua apportati dai sempre più estremi eventi piovosi e, allo stesso tempo, per migliorare la ritenzione idrica necessaria a superare i lunghi periodi siccitosi che hanno caratterizzato il clima degli ultimi anni.
Per reintegrare nel terreno la sostanza organica, Unimer mette a disposizione del viticoltore un'ampia gamma di ammendanti e prodotti ad azione specifica: Superstallatico, a base di letame di elevata qualità sottoposto ad un processo di maturazione controllato per ottenere un ottimale grado di umificazione; Green Power, ammendante torboso composto, prodotto a partire da torbe selezionate ed ammendante compostato verde; Microlife e Microforce, fertilizzanti innovativi che, grazie a inoculi microbiologici specifici (batteri della rizosfera e funghi micorrizici), contribuiscono a migliorare la fertilità biologica del suolo e hanno effetti benefici sul metabolismo delle piante.
Anche nella formulazione dei suoi concimi organo-minerali, Unimer utilizza sostanza organica ad alto grado di umificazione, che consente un rilascio graduale e prolungato dei nutrienti e li protegge da perdite per insolubilizzazione, fissazione e dilavamento rendendoli particolarmente efficienti.
In particolare per la concimazione autunnale del vigneto, Unimer propone diverse soluzioni di fertilizzanti organo-minerali: Victory S NPK (4-8-16) con magnesio, zolfo e microelementi boro e ferro, a basso tenore di cloro è la migliore soluzione per i vigneti più vigorosi; Le Mans S NPK (8-5-12) e Miura S NPK (12-6-8) entrambi con magnesio, zolfo, boro e ferro, a basso tenore di cloro sono adatti ai vigneti che hanno bisogno di una maggiore spinta vegetativa,
Per l'agricoltura biologica invece è possibile utilizzare Armony S NPK (4-8-10) con magnesio e zolfo, oppure Bacchus S NPK (3-6-14) con zolfo e ferro, entrambi a basso tenore di cloro.
(Fonte: Unimer)
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Fonte: Unimer