Uno scenario inaccettabile per chi produca uve e vini di qualità, dal momento che ai vitivinicoltori professionali non viene perdonato nulla, men che meno grappoli botritizzati e sede di proliferazioni secondarie di funghi saprofiti, quelli che inducono cioè odori e sapori sgradevoli come pure presenza di micotossine nel prodotto finito.
Gli effetti della botrite contratta in campo, si misurano poi anche nei vini
Contro la botrite della vite Syngenta propone Switch, vero e proprio standard di riferimento nel panorama vitivinicolo internazionale in tema di protezione dalla botrite. E non solo. Il prodotto è infatti capace di controllare la muffa grigia in ogni fase fenologica della coltura, grazie al duplice meccanismo d’azione che ne amplifica l'efficacia, assicurando produzioni eccellenti per quantità e, soprattutto, qualità.
Due sono infatti le sostanze attive presenti, ovvero ciprodinil e fludioxonil, proposti in formulazione granulare idrodisperdibile contenente i due fungicidi in ragione rispettivamente del 37,5 e 25%.
Dotato di comportamento translaminare e di azione di vapore, Switch riesce a distribuirsi in modo omogeneo sui tessuti che vengono così protetti in modo ottimale e per un periodo davvero prolungato. Una somma di caratteristiche che permette quindi di interessare anche le porzioni di grappolo non raggiunte direttamente dal trattamento.
Differente comportamento delle due sostanze attive di SWITCH
Inoltre, grazie all’efficacia su aspergilli e penicilli, Switch previene la formazione di ocratossina e di sostanze come la geosmina, capace di conferire ai vini gusti e odori sgradevoli.
Anche dal punto di vista della commerciabilità dei vini, Switch assicura la piena apertura verso i mercati globali, potendo contare su residui armonizzati a livello mondiale e sulla Import Tolerance americana.
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Fonte: Syngenta