Mantenere i diritti di impianto - anche dopo il 2015 - per tutti i tipi di vino. Lo ha ribadito il Copa-Cogeca nell'incontro tenutosi a Bruxelles al quale hanno preso parte il ministro Romano, i ministri dell’Agricoltura europei, il presidente della Commissione Agricoltura del Pe Paolo De Castro e i rappresentanti della Commissione.
Il provvedimento, introdotto dalla riforma europea dell'Ocm vino, prevede che dal 2015 vengano soppressi i diritti d'impianto nel settore vitivinicolo.

Ad oggi sono 12 i Paesi che hanno sottoscritto una posizione comune a favore del sistema dei diritti; ne mancano però ancora due per ottenere la maggioranza qualificata.
Si tratta di un provvedimento da subito molto contestato, soprattutto dai paesi maggiori produttori che in essa leggono la vanificazione di anni di lavoro per costruire un sistema basato sulla qualità delle produzioni.

Partendo da un posizione diametralmente opposta a quella della Commissione europea, secondo cui la liberalizzazione degli impianti porterebbe ad un incremento della competitività del settore, Confagricoltura ha commentato come si andrebbe incontro ad un aumento delle superfici seguito da ingovernabilità dell’offerta a denominazione di origine, sovrapproduzione, delocalizzazione, perdita dei valori patrimoniali dei vigneti per approdare al passaggio da una viticoltura di tipo familiare ad una intensiva industriale.

Appoggiamo l'iniziativa dei principali paesi produttori volta ad opporsi alla liberalizzazione” ha dichiarato Paolo Bruni presidente Cogeca. “Dagli anni '70, i diritti d'impianto”, spiega Bruni, “hanno assicurato l'equilibrio tra l'offerta e la domanda del mercato europeo. Mi auguro”, ha proseguito, “che il fronte comune dei principali stati membri, del Parlamento Europeo, dei produttori e delle cooperative agricole europee, induca la Commissione ad avanzare, nei prossimi mesi, una proposta legislativa volta a modificare la decisione assunta nel 2008 secondo la quale la soppressione dei diritti avverrà al più tardi nel 2018”.

Condivisa anche dal ministro Romano l'iniziativa di Copa-Cogeca, che si è impegnato in prima persona a perorare la causa nel dibattito con le istituzioni comunitarie così che i diritti d'impianto possano continuare ad esistere anche dopo il 2015 e per tutti i tipi di vino.