Clicca qui per scaricare il programma.
"Nel nostro lavoro la programmazione del lavoro è molto importante - spiega Claudio Colla, presidente del Miva - e per poter avere un futuro è necessario progettare per riuscire ad anticipare i bisogni del mercato, essendo legati al ciclo vegetativo della vite che impedisce, a differenza di altri settori, di evolversi in tempi brevi.
L'incontro vuole così fare una fotografia del settore vitivinicolo italiano e mondiale di oggi ed individuare le possibili strade da percorrere. Quest'anno i vivaisti viticoli italiani hanno messo a dimora circa 180 milioni di talee ma il nostro potenziale è di oltre 600 milioni di talee, vista la superficie di 1600 ettari di campi di piante madri di marze sparsi su tutto il territorio nazionale. Questo fa capire il volume su cui si potrebbe lavorare ma è necessario capire su quali varietà è necessario investire, sia per non trovarci impreparati ad eventuali cambiamenti d'interesse sia per sfruttare al meglio il territorio e le risorse.
I dati nel 2014 evidenziano che la varietà più piantata è il Pinot grigio con circa 15 milioni di innesti, ma sarà così anche nel futuro? O altre varietà acquisteranno maggiore interesse? Credo che nel prossimo futuro i grandi vitigni autoctoni continueranno ad avere un certo fascino, vista anche la possibilità di fare grandi numeri ed un'importante promozione. Un settore che potrebbe crescere è quello delle varietà tolleranti alle principali malattie funginee, per seguire la strada verso la sostenibilità ambientale ed economica da parte del produttore ed una certa salubrità da parte del consumatore".
Gli altri interventi sono di Claudio Todeschini, delegato Miva, sul vivaismo trentino nel panorama nazionale ed europeo; Riccardo Velasco, responsabile del Dipartimento agricoltura del Centro Ricerca e Innovazione Fem, sul miglioramento genetico della vite; l’avvocato Arturo Pironti sui percorsi giuridici di interesse per il mondo vivaistico viticolo; Mario Chemolli, direttore dell’Ufficio tutela delle produzioni agricole della Pat, parlerà del panorama viticolo trentino e delle normative attuali; Enrico Zanoni, direttore di Cavit, affronterà il tema del futuro del vino; Mauro Catena delle Cantine riunite & Civ si occuperà dei vini varietali; mentre le conclusioni saranno affidate a Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative.
“La viticoltura e l'enologia hanno raggiunto livelli qualitativi di eccellenza - sottolinea Riccardo Velasco, responsabile del Dipartimento ricerca della Fondazione Edmund Mach -, ma a quale prezzo e quali sono le prospettive? In generale si potrebbe anche pensare che nel breve periodo l'esistente sia più che sufficiente a garantire produttività, gestibilità e reddito. Ma come prescindere dalla domanda di salubrità del territorio, dalla crescente incidenza dei costi di gestione del vigneto e dalle imposizione di una Comunità Europea sempre più aggressiva nei regolamenti e nei controlli, ed in un prossimo futuro foriera di nuovi limiti e imposizioni? La risposta passa inevitabilmente dai vitigni resistenti creati nelle regioni del centro Europa in un recente passato, e dall'impegno dei centri più attivi nel miglioramento genetico della vite che, con le nuove conoscenze molecolari disponibili, mirano alla realizzazione di vitigni resistenti con una qualità sempre più vicina ai grandi vitigni internazionali".