“L’anguria vive profonde difficoltà di mercato, con quotazioni crollate ai minimi storici e che non ripagano agli agricoltori neppure i costi di produzione”. Lo sottolinea Confagricoltura che parla di estate nera per il frutto simbolo di stagione, preoccupata per l’ennesima crisi di mercato che sta investendo i produttori agricoli.
"E’ proprio in questo periodo che i cocomeri dovrebbero essere raccolti e venduti a ritmo incessante per soddisfare le richieste dei consumatori, invece - fa presente Confagricoltura - c’è il fermo pressoché totale che mette in pericolo anche l’occupazione dei tanti lavoratori extracomunitari, abitualmente impiegati nelle operazioni di raccolta”.

Gli ordini – spiega l’Organizzazione - sono arrivati in forma ridottissima già da giugno e ora l’invenduto ha costretto i produttori a lasciare le angurie in campo.
In alcune aree vocate, come quelle pugliesi, l’80% del prodotto non è stato nemmeno raccolto.
“Non era mai successo prima, ma c’è un gravissimo e inspiegabile calo di richieste del prodotto sia sul mercato interno sia su quelli esteri di paesi abitualmente acquirenti come Francia, Germania, Danimarca, Polonia e Repubblica Ceca, eppure, mai come quest’anno il frutto è buono e di altissima qualità”.

E non può essere un fatto di noia, perché l’anguria è un frutto che si è andato rinnovando nel tempo più di tanti altri. Conta ben 1200 varietà, anche se in commercio si trovano solo quelle più selezionate, e molte novità: come le miniangurie per i single e poi i cocomeri quadrati per facilitare il confezionamento e il trasporto, come quelli piramidali e quelli multicolor non solo rossi ma anche rosa, arancio, gialli.

Quali i motivi della crisi? Probabilmente i consumatori stranieri, allarmati dall’E.Coli si vanno disaffezionando dai consumi di ortofrutta. E poi c’è il problema delle importazioni di grandi quantitativi di prodotto dalla Grecia ed altri Paesi mediterranei. Il calo dei consumi e l’affollamento dei mercati è un cocktail micidiale per i produttori.