Non accenna ad affievolirsi il passivo della bilancia commerciale cerealicola italiana. Secondo l'ultimo report di Anacer, nei primi otto mesi del 2022 (periodo gennaio-agosto) la spesa per import di cereali ha toccato i 6.131,8 milioni di euro, rispetto ai 4.347,5 del 2021. Nello stesso periodo gli introiti da export sono arrivati a 3.748,7 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 2.653,6 dello stesso periodo riferito all'anno scorso.

 

Continua a consolidarsi il passivo, dal momento che se nel periodo (gennaio-luglio) precedente era vicino ai 2 miliardi, con questi nuovi dati tocca il nuovo record di 2.383,2 milioni di euro, contro i 1.693,9 milioni del gennaio-agosto 2021.

 

Sul fronte delle quantità, l'incremento delle quantità importate è dovuto principalmente al granturco (+764mila tonnellate) e in misura minore al grano tenero (+208mila tonnellate), all'orzo (+103mila tonnellate) e al riso (+145mila tonnellate). Continua la tendenza negativo dell'arrivo di grano duro (-580mila tonnellate), oltre al calo dei semi e frutti oleosi (-85mila tonnellate).

 

L'incremento delle quantità esportate riguarda in particolare il grano duro (+210mila tonnellate), la pasta alimentare (+114mila tonnellate) e la farina di grano tenero (+39mila tonnellate), senza dimenticare il riso (+35mila tonnellate). Crescono anche i prodotti trasformati (+4,6%) e i mangimi a base cereali (+8,3%). Unica nota negativa la semola di grano duro (-4.200 tonnellate, -5,5%).