Il punto sui progetti collegati al piano corilicolo nazionale, che ha coinvolto Campania, Lazio, Piemonte e Sicilia, iniziato nel 2010 è stato esaminato dal Alberto Manzo, coordinatore di tale piano e funzionario del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. I tredici progetti, che complessivamente hanno comportato un investimento di circa 2,4 milioni di euro, sostenuti per 80% da fondi pubblici e per il 20% da fondi privati, hanno conseguito notevoli risultati in termini economici, tecnici e sociali, tali da ritenere possibile che ora, allo scadere del piano, ci siano tutti i presupposti per una sua riedizione, ricercando le risorse nei nuovi fondi europei.
Il progetto di Unaproa è stato delineato da Stefano Franzero, direttore dell’Unione, che ha definito i due ambiti in cui sono state impiegate le risorse: la valorizzazione delle migliori varietà di nocciolo e l’azione di marketing. Nell’ambito del primo obiettivo è stato conseguito il risultato di selezionare le cultivar che meglio rispondono alle richieste del mercato, hanno un buon adattamento all’ambiente, una forte resistenza ai parassiti e minore tendenza alla produzione di polloni. Sono state condotte azioni di sensibilizzazione del consumatore per una più sana e corretta alimentazione, proposta nel contesto del marchio di qualità “5 colori del benessere”. La valorizzazione e l’informazione è stata quindi indirizzata verso il consumo delle nocciole come snack, che presenta ampi margini di crescita. Sono stati così distribuiti materiali informativi e confezioni spuntino, porzionati in 15 g, la Qb, Quantità benessere bilanciata individuata in collaborazione con il Cra.
Sulle valenze salutistiche del consumo delle nocciole è intervenuta Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’alimentazione, che ha definito la nocciola una “capsula di salute naturale”. Secondo recenti studi scientifici, il consumo regolare per periodi prolungati di due spuntini giornalieri (circa 30 gr/giorno) riduce del 50% il rischio di problemi cardiovascolari, senza indurre aumento dell’indice di massa corporea. Questi benefici, secondo Bernardi, derivano dalla presenza di un insieme di molecole con un’azione sinergica.
La parte della ricerca scientifica del Progetto, affidata da Unaproa al Civi-Italia, è stata affrontata dal suo coordinatore Luigi Catalano, che ha illustrato i risultati conseguiti. Nell’ambito delle attività del progetto il Consorzio ha esaminato 49 varietà di nocciolo testandone la sanità nei confronti di malattie virotiche e biomolecolari per poi procedere alla moltiplicazione in vitro. Dal lavoro svolto sono stati quindi selezionati e messi a disposizione degli agricoltori materiali vivaistici di base che potranno essere certificati, che il relatore auspica che vengano presto normati.
I benefici della nocciola riguardano anche i territori dove vengono coltivate. Secondo i dati riportati nella relazione di Denis Pantini, direttore area agricoltura e industria alimentare di Nomisma, l’Italia con il 20% della produzione mondiale è dopo la Turchia il secondo Paese produttore. La produzione italiana è un fenomeno fortemente localizzato, in quanto concentrato in sole cinque provincie di quattro regioni. La produzione si concentra in pochissimi comuni, dove mediamente i noccioleti coprono dall’80 al 95% della Sau, superficie agricola utilizzata. Le zone di produzione sono spesso collinari e marginali, ha concluso Pantini,il sostegno a questa coltura riguarda quindi anche la protezione idrogeologica e del territorio oltre a quella delle tradizioni agricole e del tessuto sociale.
Il possibile sostegno economico alla corilicoltura è stato affrontato dal professor Felice Adinolfi, docente all’Università degli studi di Bologna ed esperto di politiche comunitarie, che ha esaminato gli ambiti di azione nel contesto della nuova politica agricola comunitaria 2014-2020. Secondo gli indirizzi della nuova Pac, la coltura del nocciolo potrà rientrare tra gli aiuti accoppiati qualora l’Italia decidesse in tal senso. Il nocciolo potrà inoltre costituire un focus ecologico ed essere inserito in piani di tutela dei territori marginali. In conclusione, Schiavelli, vicepresidente di Unaproa ha sottolineato che la nocciola, e la frutta in guscio in genere, non possono più restare escluse dal programma comunitario “Frutta nelle scuole”.