Con il nome "Grisù" i minatori del secolo scorso chiamavano una temibile miscela di metano, anidride carbonica, ossigeno e azoto, la quale poteva innescare eplosioni fatali a contatto con le lampade a olio usate in miniera.
Oggi nel mondo dell'agricoltura circola ben altro "Grisù": registrato da Sipcam, Grisu si propone come soluzione contro diverse patologie che affliggono le più preziose colture dello Stivale.
Grisu è formulato come sospensione concentrata e contiene 500 g/l di iprodione, della famiglia chimica delle dicarbossimidi.
Dotato di ampio spettro d'azione Grisu è efficace su Botrite della vite e delle colture orticole, come pure su Monilia delle drupacee, Maculatura bruna del pero e Sclerotinia delle lattughe.
Grisu va impiegato in chiave preventiva, alternandolo nei programmi di difesa con altre sostanze attive aventi modo d'azione differente.
Grisu è utilizzabile su vite, pero, pesco e nettarine, fragola, lattughe e simili, pomodoro e colza. Le sue dosi di impiego spaziano dai 150 ml/hl per vite, pero e drupacee, mentre su fragola e pomodoro si impiega a dosi comprese fra 1,5 e 2 litri per ettaro. Su colza la dose di applicazione risulta compresa fra 1 e 1,5 litri ettaro, dose quest'ultima comune anche alle lattughe e simili.
Fino a quando usarlo
Grisu può essere impiegato fino a 48 giorni dalla raccolta per la colza, 28 giorni su vite, 21 giorni su fragola, 14 su pero, pomodoro in serra, lattughe e simili. Di soli tre giorni è l'intervallo di sicurezza invece su pesco e nettarine, aspetto che ne facilita l'azione di controllo dei marciumi durante la fase di post-raccolta.