Gianluca Vandini è responsabile ricerca e sviluppo di Cerexagri Italia. Conosce bene mancozeb non solo dal punto di vista tecnico, ma ne padroneggia anche l’iter normativo. Al termine dell'incontro tecnico bolognese del 18 febbraio Agronotizie lo ha intervistato al fine di valutare le intenzioni per il futuro di United Phosphorus Limited, o Upl, circa la difesa della molecola.
 
“Oggi abbiamo parlato soprattutto delle nuove etichette del mancozeb, ovvero degli allegati III presentati da United Phosphorus Limited, con le novità che abbiamo inserito. Ferme restando le indicazioni precedenti per quanto riguarda intervalli di sicurezza, dosi d’impiego e colture già autorizzate in precedenza, le grosse novità riguardano l’estensione a 14 nuove colture, frutto di un lavoro molto ampio fatto sulla molecola”.
 
Upl continua quindi a credere nella molecola...
 
“Gli investimenti effettuati hanno prodotto i risultati visti oggi, con etichette fortemente migliorate quanto a campi di impiego. Sono state mantenute tutte le peculiarità tecniche che hanno rappresentato la base della tradizione cinquantennale del mancozeb, tutelando anche le altre molecole dai fenomeni di resistenza che in questi ultimi anni hanno mostrato una notevole escalation”.
 
Fra le nuove colture vi è anche l’olivo…
 
“Esattamente, sono giunte estensioni anche per colture tipicamente italiane come le drupacee o appunto l’olivo, senza dimenticare la cipolla e altre importanti colture orticole. C’è molta italianità nelle nuove etichette…”
 
Dal punto di vista normativo, viste le frasi penalizzanti che la molecola ha subito, cosa sta facendo Upl per sostenere il prodotto?
 
“La prossima Revisione è prevista per il 2018, quando scadrà la molecola. Circa le frasi di rischio cronico, ritengo che siano più motivo di discussione che altro. Entro qualche anno la maggior parte delle molecole potrebbe averle, come pure vi sono medicinali a uso umano che se fossero agrofarmaci avrebbero le medesime frasi di rischio. Il problema quindi non è questo. Il mancozeb è ovviamente un prodotto da indagare ulteriormente, per esempio dal punto di vista delle interferenze endocrine. Stiamo aspettando che vengano fissati questi parametri e poi daremo il via agli studi, basate su indagini già programmate ma che non si possono iniziare finché non vi saranno regole e richieste certe. La società è alquanto serena sulla possibilità di dare le risposte richieste, investendo ulteriori capitali in ricerca, garantendo al mancozeb una vita ancora molto lunga”.