Fiera dell'uva da tavola: di cosa si è parlato alla Luv?
Focus su pratiche agronomiche, sostenibilità e innovazione. Un evento che ha interessato oltre 200 espositori, più di 100 relatori nazionali e internazionali e migliaia di visitatori
Focus su pratiche agronomiche, sostenibilità e innovazione. Un evento che ha interessato oltre 200 espositori, più di 100 relatori nazionali e internazionali e migliaia di visitatori
FONTE DATI: Ismea Mercati
Fungicida antiperonosporico sistemico per l’impiego su vite e orticole. Meccanismo d’azione: gruppi 45 e P07 (FRAC).
Insetticida microbiologico attivo contro larve di lepidotteri. Meccanismo d'azione: IRAC 11A. Prodotto per uso professionale. (Potenza: 32.000 U.I T.ni/mg di formulato).
Termoregolatore a base di microelementi e prolina
Sospensione concentrata di calcio per l'uso in agricoltura biologica
Prodotto | Tipologia | Descrizione |
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Vitis vinifera
La vite è una pianta antichissima che da milioni di anni è presente nelle zone temperate del pianeta; solo da qualche migliaio di anni però si è cominciato a produrre vino. Alla fine del 1800 ha cominciato a differenziarsi la coltivazione tra prodotto destinato alla produzione di vino e quello per il consumo fresco. Il frutto della vite è molto ricco di zucchero, soprattutto fruttosio e glucosio. Meno ricco di acqua rispetto ad altri frutti, ha però un effetto diuretico, dovuto al contenuto di potassio. Ha anche proprietà lassative, dovute all'azione di buccia e semi. La vite fa parte dell’ordine delle Rhamnales, famiglia delle Vitaceae o Ampelidaceae, sottofamiglia delle Ampelideae e genere Viti. Per l’interesse commerciale prendiamo in considerazione le specie americane (Vitis riparia, Vitis rupestris e Vitis berlandieri) ed europee (Vitis vinifera). Le viti che noi normalmente coltiviamo appartengono alla Vitis vinifera sativa. Il frutto della vite è una bacca (acino), costituito da un epicarpo o buccia, dal mesocarpo o polpa (tessuto molle e succoso) e dall'endocarpo (tessuto membranoso in cui sono contenuti i semi o vinaccioli). Gli acini sono posti sui pedicelli che formano, con le ramificazioni del grappolo, il raspo. La forma, la dimensione, il colore e il sapore variano a seconda della varietà. I cirri o viticci (erbacei durante l'estate, lignificano con la fine del ciclo vegetativo) sono organi di sostegno volubili. L’impianto dove vengono coltivate la vite si chiama vigneto o vitigno. La vite può essere coltivata per la produzione di uva da vino, di uva da tavola o da mensa, di uva da essicazione e di uva da conserve alimentari. L’uva da tavola può avere varietà con semi e senza semi o apirene. Fra le varietà più diffuse Italia, Victoria, Matilde, Michele Palieri, Zibibbo, Crimson Seedless. La scienza che studia il vino si chiama enologia. Possiamo avere uva con acini di colore bianco o giallo e rosso. I vini che vengono prodotti da questi acini possono essere bianchi, rossi o rosati. Menzione a parte meritano i vini passiti per la metodologia di produzione. Fra le varietà più diffuse Falanghina, Fiano, Greco di Tufo, Verdicchio, Aglianico, Primitivo, Nero d’Avola, Chardonnay, Pinot, Sauvigon, Cabernet Sauvigon, Merlot, Brunello, Sangiovese, Trebbiano, Montepulciano.
FONTE DATI: QdC® - Quaderno di Campagna®
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Produrre energia pulita rinnovabile e al tempo stesso proteggere le viti dai danni di grandine e vento e dalle gelate primaverili. Questo l'obiettivo dell'impianto agrivoltaico avanzato su vigneto più grande d'Italia targato Gruppo Caviro. Siamo andati a vederlo
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