Spostare balle di fieno o cassette di frutta, alimentare il bestiame, movimentare materiale sfuso. Queste e tante altre operazioni possono essere gestite con un solo mezzo: il sollevatore telescopico, multitasking quanto un trattore utility con caricatore frontale. Le capacità e la versatilità dei telehandler - omologabili come trattrici per il traino di rimorchi su strada ed utilizzabili con diverse attrezzature - fanno sì che siano sempre più richiesti da agricoltori e contoterzisti.
 

Il mercato resiste bene

In Italia la domanda di sollevatori, in crescita nel 2019 (+23.5% sul 2018), è stata "contagiata" solo parzialmente dal Covid-19 nel complicato 2020. Le immatricolazioni - nonostante il crollo del 10.5% dello scorso marzo dovuto anche al rallentamento delle produzioni - hanno registrato un +9.1% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2019 e poi, solo un -5% (408 unità immatricolate) nella prima metà del 2020. In altri segmenti il calo è stato ben più importante.

Dopo l'estate i telescopici sono tornati a crescere, segnando un +26% a settembre (88 macchine) e quasi un +30% a ottobre. Incrementi che hanno permesso di riportare una flessione contenuta (-4.8%) nella prima decade del 2020. In seguito i telehandler - complici le impennate di novembre e dicembre (+81% e +25%) - hanno chiuso l'anno passato con un +6.3% (956 unità) rispetto al 2019 per poi portare a casa addirittura un +86.3% (380 unità immatricolate) nel primo trimestre 2021.

Insomma, il segmento ha regalato soddisfazioni anche durante la pandemia, come conferma Mattia Bodino, responsabile marketing & communication di Merlo, secondo cui "nel 2020 l'azienda ha ottenuto risultati eccezionali in Italia, aumentando leggermente la quota di mercato fino al 40%, nonostante la flessione dei volumi dovuta alla chiusura primaverile". Decisiva per il successo è stata la conformità della gamma Merlo all'Agricoltura 4.0, fondamentale per accedere agli incentivi fiscali del credito d'imposta.

Non tutti i mercati hanno risposto come quello italiano nel 2020. In Francia, le immatricolazioni di sollevatori riportano un calo del 16% rispetto al 2019 (anno sui generis con ben 5mila macchine). Le unità registrate Oltralpe sono state comunque 4.551, superando le 4.200 medie degli ultimi anni. Ai primi posti per market share Manitou (32.5%), Jcb (27%) e Merlo (15%, in crescita del 3%).
"La quota di mercato Merlo è aumentata del 2% in Europa, dove si attesta al 17%, e del 2.8% a livello mondiale arrivando a circa l'11.5%" fa sapere Bodino. "In generale l'azienda ha ottenuto risultati stabili o in crescita in termini di market share 2020, anche in Regno Unito dove si temevano gli effetti della Brexit".
 

Sollevatori, spazio ai full electric

Il forte interesse dei clienti spinge i costruttori a puntare sempre più sull'innovazione, e in particolare sull'elettrificazione. I telehandler possono passare più facilmente di altri mezzi - i trattori specializzati - all'alimentazione 100% elettrica perché sono meno complessi dal punto di vista meccanico e ricaricabili con presa di corrente in azienda grazie alle numerose applicazioni indoor. I primi modelli con batterie agli ioni di litio e motori elettrici garantiscono emissioni azzerate - divenendo ideali per il lavoro in ambienti chiusi - ma anche costi d'esercizio contenuti e rumorosità ridotta.
 
Merlo E-Worker 25.5-90 con tre motori elettrici
Merlo E-Worker 25.5-90 con tre motori elettrici

Sul mercato a partire dall'estate 2021, Merlo E-Worker 25.5-60 da 60 cavalli (a due ruote motrici) e 25.5-90 da 90 cavalli (a quattro ruote motrici) montano batterie al piombo acido di facile sostituzione che alimentano i motori elettrici - due sul 2WD, tre sul 4WD - e la pompa idraulica per la gestione del braccio, capace di sollevare fino a 2.500 chilogrammi a un'altezza di 4.8 metri. Dalla spaziosa cabina Rops/Fops, il driver monitora, tramite un software nel terminale, lo stato delle batterie che hanno autonomia massima di otto ore e i parametri di lavoro.
I compatti E-Worker, omologabili per il traino, raggiungono velocità di 25 chilometri orari e gestiscono varie operazioni in spazi ristretti come pure su terreni con pendenze oltre il 40%, sfruttando l'interfaccia ZM1 compatibile con diverse attrezzature Merlo, l'assale posteriore con eccezionale angolo di sterzo ed il telaio con elevata luce da terra.

Di Faresin, il 6.26 Full Electric - ordinabile in Italia e all'estero dopo una fase di prova in America e Nord Europa - conserva lo chassis del modello convenzionale 6.26, ma si distingue per il motore elettrico e le batterie da 80 volt che assicurano un'autonomia di sei ore (otto in alcuni casi). È possibile ricaricare le batterie in 1.5 ore durante il lavoro con un caricatore trifase rapido, in quattro ore con un trifase standard o in tredici ore con il caricatore monofase installato a bordo. Secondo il produttore, le batterie durano circa quattro anni e mezzo.
Facile da manutenere, il 6.26 Full Electric ha capacità di sollevamento di 2.600 chili fino a 5.9 metri di altezza e si muove agilmente grazie alla trasmissione idrostatica elettrica e alle quattro ruote a trazione integrale con raggio di sterzo di 3.25 metri. Arriva fino a 12 chilometri orari.
 
Faresin 6.26 Full Electric con motore elettrico e batterie da 80 volt
Faresin 6.26 Full Electric con motore elettrico e batterie da 80 volt

Lanciato a novembre 2020, il Jcb Loadall 525-60 E a quattro ruote motrici, con due motori elettrici, amplia la gamma E-Tech già composta dal miniescavatore 19C-1E e dal Teletruk 30-19E. Un motore da 17 kW collegato agli assali sterzanti tramite la trasmissione, gestisce la trazione. Un secondo motore da 22kW controlla l'idraulica e alimenta una pompa a ingranaggi con portata massima di 80 litri al minuto. Entrambi si servono di una batteria da 96 volt che copre un intero turno di lavoro.
Per la ricarica c'è un sistema di frenata rigenerativa con disinserimento automatico a ricarica terminata o un caricatore di bordo che richiede otto ore con alimentazione standard da 240 volt oppure un caricatore universale opzionale con tempi di 35 minuti. Con capacità massima di 2.500 chili, 525-60 E ha prestazioni e dimensioni equiparabili alla versione tradizionale, nonché medesimo raggio di sterzata (3.7 metri). Disponibili il Load Control System e la cabina Rops/Fops con rumorosità interna di soli 66.7 dB.
 

Motori Stage V: material handling sempre più green

Se i telescopici elettrici sono campioni di sostenibilità, anche le versioni diesel hanno fatto importanti upgrade e sono molto più "amici dell'ambiente" grazie anche al passaggio a motorizzazioni Stage V con potenze tra 75 e 175 cavalli, in linea con molti trattori utility.

Recentemente entrato in commercio, il Merlo Turbofarmer TF 65.9T della gamma Alta Capacità utilizza - come altri modelli visti a Fieragricola 2020 - un propulsore a quattro cilindri FPT N45 da 4.5 litri Stage V mentre i Jcb Loadall Agri, svelati a febbraio 2021, hanno motori Jcb 448 DieselMAX Stage V da 4.8 litri con SCR+DPF ma privi di EGR. La turbina wastegate a controllo elettronico che sostituisce il turbocompressore a geometria variabile garantisce combustione efficiente e, insieme alla funzione Auto Stop, ridotti consumi.
I Loadall Agri hanno potenza di 109 cavalli e coppia di 516 newtonmetri, i modelli Agri Super e Agri Xtra hanno 5 cavalli in più dei precedessori e arrivano, rispettivamente, a 130 e 150 cavalli con coppia di 550 e 600 newtonmetri.
 
Motore Stage V sul modello Jcb Loadall 560-80 AgriXtra
Motore Stage V sul modello Jcb Loadall 560-80 AgriXtra

Bobcat, per i modelli T35.105, T35.105L, T36.120SL, T35.130 e T35.140 S, T35.130, T41.140 e T40.180 SLP, ha scelto motori Doosan D34 Stage V da 75 cavalli con DPF a rigenerazione automatica ma senza SCR. Con capacità massima da 2.600 a 4.100 chili e altezze da 6 a 18 metri, possiedono un nuovo cofano a profilo più inclinato e vano motore facilmente accessibile. Attesi nel 2021 i nuovi modelli Stage V da 100 e 130 cavalli.

I sollevatori di Kramer KT306, 356, 307, 357, 407, 457 (evoluzione del KT447), 507, 429 raggiungono lo Stage V grazie al Deutz TCD 3.6 da 135 cavalli con sistemi DOC-SCR-DPF. Montano un Deutz TCD 4.1 da 155 cavalli i modelli KT557 e 559 con capacità di 5.500 chilogrammi. Tra gli aggiornamenti anche una cabina più alta di 20 centimetri, in opzione sui modelli dal KT306 al 407, e la rinnovata griglia di protezione Fops, di serie sui modelli dal KT457 al 559. Disponibile sul KT276 da 75 cavalli, motorizzato Kohler Stage V,  la funzione Smart Driving che riduce in automatico il regime motore nei trasferimenti a velocità ridotta (20 e 30 chilometri orari).
 

Trasmissione fa rima con innovazione

Must per la trasmissione di un sollevatore sono efficienza e facilità di gestione che vengono assicurate da soluzioni a variazione continua CVTibride capaci di coniugare i plus di diversi tipi di trasmissione.

Cargo T955, primo telescopico di Fendt sul mercato da quest'anno in Germania, Francia e Regno Unito, dispone di trasmissione CVT con motore FPT N45 Stage V da 168 cavalli. Si distingue per la cabina sollevabile fino a 4.25 metri utile a mantenere un'ottima visuale e per avere molti plus tipici delle pale gommate: elevata portata (fino a 5.500 chilogrammi ad altezze di 8.5 metri), maneggevolezza e stabilità, robustezza e capacità di spinta.

Di Dieci, Agrimax 50.8 Power X2 motorizzato FPT Stage V da 168 cavalli, monta una trasmissione modulare a variazione continua HVT1 che sviluppata insieme a Dana Rexroth. Nella trasmissione, composta da due parti collegate a un riduttore epicicloidale, la componente idraulica trasferisce potenza in fase di avvio a basse velocità per cedere gradualmente il posto a quella meccanica. Identico il processo in fase di decelerazione. Sul podio delle Novità Tecniche 20-21 con la versione Agriplus GD 42.7 con sistema adattivo di Walvoil, la serie Agrimax ha capacità fino a 5mila chili ad altezze di 7.70 metri.
 
Dieci Agrimax 50.8 Power X2 ad Agritechnica 2019
Dieci Agrimax 50.8 Power X2 ad Agritechnica 2019

Variazione continua e motore Deutz TCD 3.6 Stage V da 136 cavalli per Manitou nella versione MLT 741-140 V+ da 4.100 chilogrammi a 6.9 metri di altezza. Il joystick multifunzione Jsm Autopower - installato su un poggiabraccio flottante - regola in modo proporzionale il regime motore in funzione della potenza idraulica, mentre la pompa LS da 170 litri al minuto e l'opzione Regenerative Hydraulics per l'abbassamento del braccio tramite gravità assicurano alte prestazioni.

Unica nel suo genere è la trasmissione DualTech VT ibrida, ora presente sui modelli Jcb 532-60, 538-60, 532-70, 542-70 e 536-95 Agri Super Stage V da 130 cavalli e sugli 560-80, 538-60, 532-70, 542-70 e 536-95 Agri Xtra Stage V da 150 cavalli. La DualTech VT combina la maneggevolezza della componente idrostatica - attiva a velocità comprese tra 0 e 19 chilometri orari - all'efficienza del powershift a tre stadi, ad inserimento automatico a velocità tra 19 e 40 chilometri orari.
 

Pneumatici, quali scegliere?

Polivalenti per eccellenza, i sollevatori telescopici operano su diverse superfici in varie condizioni. Ecco che i pneumatici giocano un ruolo chiave dovendo garantire flessibilità operativa (specialmente nella movimentazione di carichi), grande trazione, elevata resistenza a tagli e lacerazioni, durata e sicurezza.

"In genere, i pneumatici per sollevatori - spiega Piero Torassa, field engineer di BKT Europe - hanno una geometria dei blocchi particolare e una carcassa robusta per assicurare maggiore stabilità con qualsiasi peso. Inoltre,  il disegno diagonale evita lo slittamento laterale e i fianchi rinforzati proteggono da possibili danneggiamenti. Il battistrada poi, è studiato per ottimizzare la trazione". Altre proprietà fondamentali sono le mescole resistenti al calore e alle perforazioni che assicurano una lunga durata e il trasporto di carichi pesanti.

Particolarmente adatti ad operazioni di material handling, i pneumatici convenzionali hanno una struttura più rigida dei radiali, offrono grande stabilità. Molto richieste le misure 400/70 R2 0, 400/70 R 24, 460/70 R 24 e 500/70 R 24. "Mescole speciali con caratteristiche migliori rispetto a quelle standard e misure differenti, arricchiscono la gamma di BKT che - aggiunge Torassa - negli ultimi anni ha decuplicato le vendite di modelli per telescopici, segmento con mercato ridotto rispetto a quello dei trattori, ma in crescita".
 
Pneumatici BKT Con Star su sollevatore Merlo
Pneumatici BKT Con Star su sollevatore Merlo

Sono pneumatici convenzionali BKT per telehandler, il modello MP 590 (misura 445/65 – 22.5) che ha un lungo ciclo di vita e il modello Con Star adatto a carichi elevati grazie agli ampi ramponi. Dal canto suo, BKT AS 504 ha ottime capacità di autopulitura e grip ed è ideale per attività di trasporto e lavorazione della terra.

Per i sollevatori destinati a scavo e carico, BKT consiglia Multimax MP 522, pneumatico radiale con tallone rinforzato e cinture in acciaio proposto in tante misure (dalla 280/80 R 18 alla 440/80 R 28). Adatto a molteplici applicazioni, il pneumatico radiale BKT RT 747 Agro Industrial nelle versioni 11L R16, 460/70 R 24 e 500/70 R 24, ha ramponi extra large. Di Yokohama, il pneumatico Alliance 585 disponibile in sei misure, è proposto di fabbrica sui Manitou MLT NewAg.
 

Tecnologia: un must del segmento

Macchine così non possono non avere sistemi di connettività che oltre ad aprire le porte ad un acquisto con agevolazioni fiscali, consentono un risparmio di tempo, maggiore sicurezza e ridotti costi di proprietà.
Il dispositivo MerloMobility - integrabile con sistemi di gestione dell'azienda e della flotta -, ad esempio assicura il monitoraggio remoto dei Turbofarmer, Multifarmer e Panoramic tramite visualizzazione in real time dei mezzi e delle attività svolte, ma anche la pianificazione degli interventi di manutenzione e la ricezione di alert in caso di uso non autorizzato.

Connessi di fabbrica anche i modelli Manitou e Gehl (brand del Gruppo francese) che trasmettono in tempo reale dati di posizione, livello di carburante e AdBlue e ore di utilizzo, rendendoli visibili tramite app myManitou e myGehl.

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