Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

 

Per un uso consapevole degli agrofarmaci

 

Nel 2023 la peronospora ha devastato molte aziende vitivinicole italiane, producendo danni per milioni di euro. La sola Sicilia ha lamentato una perdita pari a 350 milioni, ma le cose non sono andate meglio nel Centro e nel Nord Italia, dove moltissimi agricoltori sono stati presi alla sprovvista dagli attacchi di Plasmopara viticola.

 

Ma quali sono le cause che hanno portato a tale diffusione del patogeno, la cui pericolosità è conosciuta da decenni? Soprattutto, questi danni ingenti erano evitabili? Infine, strumenti digitali, come i Dss, i Sistemi di Supporto alle Decisioni, hanno aiutato gli agricoltori a difendere il proprio vigneto? Per capirlo abbiamo interpellato Paolo Storchi, dirigente di ricerca del Centro Crea di Viticoltura ed Enologia di Arezzo, che lavora proprio sul fronte della difesa, anche digitale, della vite.

Peronospora, una epidemia favorita da quattro fattori

Come ci spiega Storchi, l'epidemia di peronospora dello scorso anno è stata facilitata da quattro fattori: meteo favorevole, difficoltà di trattamento, fenologia della pianta e sottovalutazione del rischio.

 

Dopo una primavera piuttosto asciutta, il 2023 è stato caratterizzato, a partire da aprile, da un periodo di piogge molto intenso, che è durato per oltre un mese. Dato che P. viticola è un fungo che si sviluppa solo in condizione di bagnatura fogliare prolungata ed elevata umidità, in campo si sono create le condizioni ideali di contagio.

 

In secondo luogo, proprio a causa delle piogge frequenti gli agricoltori hanno fatto fatica ad entrare in campo per i trattamenti di difesa. Molte aziende in collina o con suoli lavorati, hanno dovuto aspettare molti giorni per poter intervenire. E chi opera in biologico ha visto dilavati i trattamenti a base rame.

 

Bisogna poi considerare che il 2023 ha visto una partenza precoce delle viti e questo ha esposto le giovani foglie ad infezioni primarie precoci, che hanno poi dato il via alle infezioni secondarie che hanno interessato il grappolo.

 

Ultimo elemento da tenere in considerazione è la psicologia degli agricoltori. Nel Sud Italia la peronospora non è mai stata un problema rilevante, non quanto l'oidio almeno. E anche al Nord si arrivava da diverse stagioni piuttosto secche, sfavorevoli per la proliferazione del patogeno. Ecco allora che molti agricoltori hanno sottovalutato il rischio, ritardando i trattamenti fino a quando non è stato troppo tardi.

 

Il digitale a supporto della difesa in vigneto

C'è da chiedersi se le aziende più innovative, che utilizzano Sistemi di Supporto alle Decisioni, siano state in grado di approntare una difesa efficace. "La risposta è ", sintetizza Paolo Storchi. "Tutti i modelli previsionali che abbiamo in dotazione qui al Crea di Arezzo, già ad inizio aprile segnalavano il rischio di infezioni precoci. Gli agricoltori che hanno seguito le indicazioni dei Dss hanno potuto minimizzare il danno, che invece nelle aziende tradizionali è stato anche totale".

 

Ma come funziona un Dss per la difesa della vite? "Il Dss non è altro che un modello digitale della biologia di un fungo, in questo caso di Plasmopara viticola, e della pianta ospite, la vite", spiega Storchi. "Usando i dati meteorologici provenienti dal campo, il modello è in grado di simulare lo sviluppo del patogeno e la sua interazione con la pianta. Il sistema riporta quindi degli indici di rischio, indicando generalmente una possibilità bassa, media o alta di infezione".

 

Sta poi all'agricoltore fare le proprie valutazioni e decidere la strategia di difesa del vigneto. Ma nel 2023, chi è entrato in campo dietro impulso del Dss con prodotti antiperonosporici sistemici, in grado quindi di difendere le viti e la vegetazione in accrescimento anche sul lungo periodo, ha salvato la produzione.

 

"Usare un Dss consente di gestire la vigna con maggiore serenità, perché si ha sempre un occhio attento in campo, in grado di intercettare quei segni che, nonostante l'esperienza, al viticoltore possono sfuggire", conclude Storchi.

 

GrapeVision, un occhio attento sul vigneto

Nel corso degli ultimi anni Bayer ha sviluppato GrapeVision, un Dss pensato per supportare gli agricoltori nella difesa del vigneto contro peronospora, oidio, botrite e black rot. "GrapeVision permette di ottimizzare la difesa in campo, offrendo al viticoltore una indicazione sui livelli di rischio", spiega Silvano Locardi, Grower and Channel manager di Bayer.

 

Ecco come funziona GrapeVision di Bayer

 

"GrapeVision è un occhio sempre attento sul vigneto ed è un utile strumento per razionalizzare i trattamenti. Avendo il polso della situazione in campo, il viticoltore può adottare la migliore strategia di difesa, arrivando anche a risparmiare prodotto nelle annate non critiche. Ma potrebbe trattare anche più di quanto preventivato, nel caso di annate difficili, proprio perché la produzione di uva sana è la priorità".

 

Ma come funziona GrapeVision? Prima di tutto il viticoltore deve selezionare su una mappa i propri vigneti, inserendo alcune informazioni, come ad esempio la varietà impiantata. Successivamente il sistema, basandosi sull'andamento meteo stagionale, mostra all'utente un pannello, suddiviso per patogeno, in cui sono indicati i livelli di rischio, con una codifica a semaforo. Se il colore è verde il pericolo di sviluppo della malattia è basso, se è giallo la vegetazione potrebbe essere infettata dal fungo e dunque l'agricoltore deve valutare un trattamento. Se invece è rosso occorre intervenire prontamente.

 

Inoltre è possibile inserire in GrapeVision i prodotti fitosanitari che sono stati utilizzati e il sistema modifica automaticamente i livelli di rischio, valutando il formulato e l'andamento meteo. Se ad esempio si è applicato un prodotto sistemico prima di una pioggia, il semaforo rimane verde, se invece si è usato del rame allora il semaforo passa al rosso.

 

"Durante l'intera stagione GrapeVision consente di ottimizzare l'impiego dei prodotti fitosanitari, suggerendo al viticoltore di trattare solo quando necessario”, conclude Locardi. "I Dss tuttavia non possono essere intesi come un sostituto dell'esperienza dell'agricoltore, che è l'unico ad avere davvero il polso di ciò che accade in vigneto".

 

Concludendo, i Dss aiutano i viticoltori ad identificare il giusto timing di intervento e a valutare i livelli di rischio in campo, ottimizzando l'uso dei prodotti fitosanitari con l'obiettivo primario di produrre uve sane, di qualità e in quantità.

 

Insomma, i Dss sono un valido strumento per ottimizzare le produzioni e aumentare la sostenibilità in campo. Per questo gli agricoltori sono i primi a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.

 

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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line® è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a maggio per la nuova puntata di Bayer AgriCampus




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